Imola, 22 marzo 2014 - SI È SPENTO ieri mattina, all’età di 86 anni, monsignor Domenico Caselli, una delle figure di riferimento della Chiesa imolese. Ordinato il 19 maggio del 1951, e parroco di Santo Spirito per 45 anni, è stato anche giudice della Sacra Rota. I funerali si terranno martedì mattina alle 10 proprio a Santo Spirito e saranno celebrati dal vescovo Tommaso Ghirelli. Fino a quel momento, la salma resterà in chiesa a disposizione di quanti vorranno offrirgli un ultimo saluto e pregare.
Questa sera, in particolare, alle 19 è in programma il rosario mentre domani alle 18 si terrà la tradizionale messa.

CONSIDERATO un ‘prete progressista’, monsignor Caselli si è laureato nel 1955 all’Università del Laterano con una tesi su ‘Andrea Costa, il rivoluzionario, il politico, l’uomo’.
E a chi gli domandava perché un sacerdote si appassiona alla vita di un rivoluzionario, rispondeva: «Andrea Costa è il vero politico romagnolo impetuoso e onesto, come Aurelio Saffi e Benigno Zaccagnini; per loro la politica era un fatto sociale, sono da ammirare. Quando andava in giro a fare comizi i sacerdoti chiudevano le porte delle chiese come se si presentasse il diavolo; ma se in quegli anni il clero si fosse impegnato in opere sociali il socialismo non sarebbe stato così. Costa faceva comizi nelle aie, davanti ai contadini dei proprietari terrieri e a quelli dei preti, e dal confronto fra padroni non c’era differenza».

NEL 2010, Caselli si era stabilito nella Casa del clero, dove è rimasto fino al momento della sua morte.
«È difficile racchiudere un ricordo in poche parole — dice don Marco Renzi, attuale parroco di Santo Spirito —. Per lui ho un sentimento di gratitudine. Dal 2003 abbiamo condiviso un po’ di vita insieme, di preoccupazioni e di problemi. Tutti qui lo chiamavamo ‘Mons’. È stato sempre un aiuto per me e grazie a lui mi sono sempre sentito tranquillo nelle scelte. Per usare un paragone indegno, per quanto mi riguarda, direi che eravamo un po’ come Papa Francesco e Papa Benedetto XVI».

Una figura di riferimento assoluta, apprezzata da tutti in città. «Era un uomo dotato di grande intelligenza anche se non spetta a me dirlo — conclude don Marco —. Ha fatto tantissimo per questa parrocchia. Lo ricordo confessare i ragazzi fino allo scorso Natale, nonostante da due anni fosse totalmente cieco. È stata una guida».