2014-04-20
di CRISTINA DEGLIESPOSTI
«NON ho nessun rimorso. Correre in moto è una cosa che gli piaceva fare, ho il cuore in pace». Così Moreno Cassani, padre di Emanuele, ieri mattina al funerale del figlio in autodromo. Quel figlio a cui lui, 15 anni fa, aveva iniziato a insegnare tutto quello che sa delle due ruote, condividendo una passione diventata presto una professione per Emanuele. «Per mio figlio ho fatto di tutto, dal meccanico all’autista e perfino il cuoco — racconta —. Eravamo uniti, ero un papà ma anche tutto il contorno». Ora Moreno ha deciso di prendersi una pausa da quella passione che gli ha strappato un figlio. «Sono in una tregua ora — aggiunge —. Frequento le piste da così tanti anni che quando i carabinieri mi sono venuti incontro ho capito subito quello che era successo. Ho una grande forza, ma sono anche in pace con mio figlio. Se mi ascolta, sa che a lui ho dato tutto e mi sento forte per questo. Purtroppo quando corri sai che c’è sempre il rischio che rimane nascosto e ora vivo questo momento in maniera diversa dagli altri parenti, quelli esterni al mondo delle moto. Il mondo dello sport è una cosa a parte, fatta di emozioni diverse ma sempre umane». Dopo la cremazione, le ceneri di Emanuele, figlio unico della coppia, resteranno a casa della madre. Per anni il giovane aveva vissuto nelle campagne di Ponticelli, mentre da quattro mesi conviveva con la fidanzata Sana, di origini marocchine e la figlia di lei a Imola.
«Ti amo, ti amo, ti amo», ripeteva Sana tra le lacrime, scortando passo passo il feretro dell’uomo con cui avrebbe voluto condividere tutto il resto della vita.