Imola, 23 aprile 2014 - «LA QUALITÀ degli interventi non è più la stessa: adesso si rischia molto». A oltre due anni dalla soppressione del turno notturno dell’ambulanza Imola 37, sostituita con una della Croce rossa, il Movimento 5 stelle torna alla carica. E lo fa (in una nota congiunta firmata dai grillini di Medicina, Casalfiumanese, Borgo Tossignano e Imola) citando due episodi accaduti di recente proprio a Medicina.
Emergenze durante le quali — a detta loro — la presenza del personale infermieristico del 118, attivo sulle altre due ambulanze rimaste, sarebbe stata assolutamente necessaria.

A sollevare il caso è Kim Bishop, consigliera comunale della lista civica MedicinAlternativa e aspirante sindaco alle prossime amministrative per il M5s, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione. Il primo episodio risale a metà gennaio, quando un pensionato di 78 anni è deceduto per un arresto cardiaco in un bar.

All’arrivo dei soccorsi, si legge nella nota del M5s, che cita una risposta dell’Ausl, «risultava necessario fare la defibrillazione. Ma una volta arrivata l’ambulanza sul posto non è stato possibile praticarla, per incompatibilità delle piastre con l’apparecchio in uso». E anche se l’Azienda sanitaria sottolinea che «il paziente era cardiopatico quindi anche l’uso della terapia elettrica non avrebbe potuto modificare l’esito dell’evento», i grillini incalzano: «Se avevano controllato il mezzo — chiedono — perché si sono trovati con delle piastre non idonee? E fosse stato un paziente diverso, mettiamo un cinquantenne con meno problemi, l’ambulanza non gli avrebbe tolto una determinante possibilità di ripresa?».

IL SECONDO episodio è di qualche settimana fa e ha visto protagonista un bambino di un anno, trasferito dall’ospedale di Imola al Bellaria di Bologna per un intervento chirurgico urgente dopo una caduta in casa.
«Nella risposta dell’Ausl — osservano dal M5s — viene scritto che il bambino era stato trasportato in pronto soccorso con vomito e stato soporoso che sono sintomi di un trauma cranico gravissimo, ancor di più in un bimbo di un anno. Per questo ci chiediamo perché non sia venuto ai soccorritori lo scrupolo di far intervenire subito il medico del 118. L’ambulanza ha evidentemente sottostimato in maniera pericolosa le condizioni del bambino».

PRONTA la riposta dell’Azienda sanitaria, che sul caso del 78enne replica così: «Si è registrato un errore nelle procedure di ripristino delle piastre del defibrillatore in uso sull’ambulanza della Croce rossa; anche se tale inconveniente non è risultato determinante, si è provveduto ad incrementare ulteriormente i livelli di sicurezza, con l’introduzione di ancor più accurate e rigide procedure di verifica e controllo». E sul bambino di un anno: «Non vi è stata alcuna sottostima della severità delle condizioni — assicurano dall’Ausl — in quanto solo nell’ospedale di Imola, e a seguito dell’effettuazione di indagini di imaging avanzate, è stato possibile valutare la criticità del caso, e disporre infine il trasferimento protetto all’ospedale Bellaria, per la prosecuzione delle cure».

Enrico Agnessi