Imola, 29 maggio 2014 - Fumata nera, ieri, al ministero del Lavoro dove si è tenuto l’incontro — seppur informale — tra Mercatone Uno e organizzazioni sindacali. Un incontro che ha rimarcato la distanza di posizione tra le parti nel piano di riorganizzazione che prevede, nei piani dell’azienda, il licenziamento di 236 persone. Nel mirino, soprattutto, la rete vendite, con al chiusura di diversi punti vendita in tutta Italia.
Ma anche la mobilità di 80 dei 250 dipendenti della sede centrale del gruppo, il grattacielo che affaccia sull’A14 al casello di Imola. Come per i negozi, anche per la sede è già stata aperta ufficialmente la procedura di mobilità.

«Non c’è accordo — commenta Silvia Balestri della Fisascat-Cisl —. La risposta alla crisi aziendale per noi non può passare solo per la mobilità, ma deve tenere conto di un ampliamento dei contratti di solidarietà (ma che sono già in corso da anni, ndr), puntare nel ricollocamento e nel contenimento degli esuberi». Secondo i piani aziendali, la fuoruscita dei dipendenti della sede avverrà in due tranche da 40 lavoratori ognuno. Una prima parte nel 2014, la seconda nel 2015 ma rivedibile nei numeri a seconda dell’andamento finanziario aziendale. I tagli dovrebbero partire in particolare dalle tante mini-aziende di Mercatone (M@ che si occupa di e-commerce, Mul che segue la logistica, Mus per i servizi e via dicendo) che hanno tutte meno di 15 dipendenti.

«Gli ammortizzatori sociali per questi lavoratori scadono il 30 giugno — continua Balestri —. Al momento la cassa integrazione in deroga è coperta solo fino a quella data, avevamo provato di far passare la linea di un ragionamento di gruppo, inserendo anche quei lavoratori dentro il conto della Mercatone Uno, ma il Ministero si è rifiutato. Ha chiarito che siccome hanno meno di 15 dipendenti, i loro ammortizzatori seguono il trattamento previsto per quel tipo di imprese».

Scenario sempre più nero quindi, con all’orizzonte solo un altro incontro, sempre al ministero del Lavoro, da affrontare entro una decina di giorni al massimo. Intanto, secondo il piano aziendale, il gruppo prevede quest’anno la chiusura (in parte già realizzata) dei Mercatone Uno di Borgorose (Ri), Capodrise (Cs), Capannoli (Lu), Sommacampagna (Vr), Sant’Ilario (Re) e Santa Vittoria d’Alba (Cn) e i Tre Stelle di Ravenna, Medolla (Mo), Bologna, Reggio Emilia, Ancona, San Cesario sul Panaro (Mo) e Ferrara, per un totale di 238 dipendenti coinvolti tra Mercatone Uno (166) e Tre Stelle (72).

Cristina Degliesposti