Case in affitto per accogliere i migranti in arrivo

Esaurita la disponibilità di spazi pubblici, con la Pascola già satura con 11 ospiti più del previsto, le coop devono trovare i 408 posti

Immigrati del Bangladesh alla Pascola: a Imola non esistono altri spazi pubblici disponibili

Immigrati del Bangladesh alla Pascola: a Imola non esistono altri spazi pubblici disponibili

Imola, 14 febbraio 2017 - «A oggi nell’Imolese non esistono altre strutture utilizzabili rispetto a quelle già in uso». Queste parole risalgono all’agosto 2016. In piena emergenza sbarchi, il vicesindaco di Imola (referente per le politiche sociali in Circondario) rispondeva così al monito del prefetto che invitava gli enti locali a fare di più sul fronte dell’accoglienza. A distanza di sei mesi – e a pochi giorni dalla pubblicazione del maxi bando della Prefettura per individuare i gestori dei centri di seconda accoglienza in provincia - nulla è cambiato. «Non mi risulta ci siano strutture pubbliche disponibili sul territorio», rimarca Roberto Visani. Anzi.

«Già la Pascola è sovradimensionata in quanto a fine 2016 sono state aggiunte 10 persone rispetto al numero iniziale, per cui è una struttura che necessita una verifica». Come anticipato dal Carlino, a dicembre il numero dei migranti ospitati in via Bergullo era passato da 40 a 51. Al fine di rispondere alle necessità di accoglienza emergenziale, la cooperativa Camelot che gestisce La Pascola aveva innalzato il numero degli ospiti. Il tutto in attesa di una valutazione della situazione a livello metropolitano.

Su questo mette un punto fermo Sonia Cicero (Ufficio di piano Circondario). «Non abbiamo un problema specifico – sottolinea -. Si tratta però di una struttura che si era attestata su un certo numero di posti e sulla disponibilità di determinati ambienti, poi se li è visti ridurre improvvisamente. Sarebbe bene approfittare di questa fase, che non è ancora quella estiva, per riportare gli ospiti al numero iniziale e ristabilire i giusti equilibri». L’ente di via Boccaccio sta «ragionando col gestore in merito a quali sistemazioni è possibile fare».

Nel frattempo, è uscito il nuovo bando della Prefettura per individuare i gestori dei centri di accoglienza straordinaria in provincia. E all’Imolese viene destinata una quota ingente: 408 posti da distribuire fra tutti i dieci Comuni del circondario. Al momento della partecipazione alla gara, i concorrenti dovranno dichiarare le strutture a cui si appoggeranno. Così, alcuni soggetti locali che si occupano di accoglienza sono alla ricerca di appartamenti in affitto. Tra questi, Solco e Trama di Terre. «Ci stiamo guardando intorno – fa sapere Michela Burattini di Solco Prossimo -. Come ci muoviamo? Di solito si cercano strutture presso le agenzie o dei soggetti che si conoscono».

Mentre Tiziana dal Pra, presidente di Trama di Terre, fa sapere di «stare cercando due appartamenti per accogliere dai 12 ai 15 posti». Ma se non ci fossero alloggi sfitti disponibili? Il Circondario sta affrontando l’eventualità. «A Bologna esistono dei progetti di accoglienza familiare che stiamo approfondendo - riprende Cicero -. Il concetto è quello dell’affido: una famiglia mette a disposizione un posto letto nella propria abitazione». Il tutto con la mediazione dei gestori. Possibile bissare sul Santerno l’esperienza felsinea? «Il territorio imolese è di tradizione fortemente cattolica – conclude -, da sempre ha una storia di sensibilità molto forte. Pensiamo quindi ci siano famiglie disponibili».