Imola, canile. Aumentano le richieste di rinuncia di proprietà dopo i 6 anni

"Non disfatevi dei cani quando sono vecchi"

Un cane al canile

Un cane al canile

Imola, 5 febbraio 2018 - Non accennano a diminuire al canile di Imola le richieste di rinuncia di proprietà degli amici a quattro zampe da parte delle famiglie. Nell’arco dell’anno scorso, alla struttura di via Gambellara sono giunte infatti 14 domande di rinuncia dal territorio comunale di Imola, 17 dagli altri paesi del circondario. «L’età media dei cani quando riceviamo una richiesta di rinuncia è sei anni e mezzo, ciò purtroppo significa che molte famiglie imolesi tendono a disfarsi dei propri cani a fine corsa». Lo dice con l’amaro in bocca Serena Mirri, presidente di CoAla, la cooperativa che gestisce il canile, anche perché «se in struttura arrivano tanti animali di età superiore a sei anni, poi diventa molto difficoltoso riuscire a rintracciare un’altra famiglia disposa ad accoglierli». In genere, infatti, per le operatrici di CoAla è più frequente trovare una nuova casa ai cuccioli piuttosto che ai veterani. Ecco quindi l’appello che la Mirri rivolge a tutta la cittadinanza: «Cari imolesi e cittadini del circondario, tenetevi i vostri cani in casa fino alla fine della loro vita. Non è affatto giusto disfarsene solo quando non li volete più perché troppo vecchi». Le richieste di rinuncia si sommano poi agli abbandoni, che nel 2017 sono stati in linea con quelli dell’anno precedente (97 nel 2016 e 92 nel 2017), mentre i nuovi ingressi complessivi sono stati 327 (erano 272 nel 2016). Il saldo delle presenze in via Gambellara al 31 dicembre dello scorso anno è di 126 cani. E non finisce qui.

Ciò che hanno caratterizzato i dodici mesi appena lasciati alle spalle sono stati gli interventi degli operatori del canile a seguito di sfratti esecutivi o sequestri. In particolare, «nel 2017 abbiamo ricevuto alcune richieste dal Comune di Mordano e dal Comune di Castel del Rio – prosegue la presidente della cooperativa -. In entrambi i casi siamo intervenuti in abitazioni da cui abbiamo prelevato i cani maltrattati. Nel solo comune di Castel del Rio sono stati venti i cani che abbiamo portato via». E aggiunge: «I sequestri presuppongono sempre casi di maltrattamento – fa sapere -, per cui se si hanno dei sospetti è bene segnalare sempre alle forze dell’ordine lo stato in cui versano i cani. Non dobbiamo arrivare a fare dei pulmini per andare a prelevare decine di animali in una volta. I guaiti dei cani nelle case costituiscono sempre un campanello d’allarme», mentre i sequestri di Mordano e Castel del Rio sono scaturiti da alcuni controlli nati dai carabinieri.