Enoteca, fatture gonfiate. Contestati oltre 700mila euro

Galassi (Allestimenti & Pubblicità): «Per noi una doccia fredda»

Un interno dell'Enoteca regionale

Un interno dell'Enoteca regionale

Dozza, 9 dicembre 2016 - "Una doccia fredda. Non potrei definirla altrimenti». E infatti non cerca altre parole Roberto Galassi, presidente di Allestimenti & Pubblicità, la società imolese specializzata nell’allestimento di stand fieristici che, nell’Imolese, si è occupata per anni della Festa del Pd e più di recente di diversi grandi eventi in Autodromo.

Galassi, insieme al suo predecessore Claudio Casini (ex presidente di Cefla) e al direttore Claudio Visani sono indagati per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nell’ambito dell’inchiesta del Nucleo di polizia tributaria della Finanza, coordinata dal pm Giuseppe Di Giorgio.

Nel mirino, un presunto giro di fatture gonfiate che i vertici di Enoteca regionale – il presidente Pierluigi Sciolette, il suo predecessore Gian Alfonso Roda e il direttore Ambrogio Manzi, tutti indagati per truffa – avrebbero messo in piedi, con la compiacenza di Allestimenti & Pubblicità per riuscire a ottenere più finanziamenti europei (erogati dalla Regione) del dovuto. Uno schema che, al momento, per gli inquirenti sarebbe stato messo in pratica due volte, sempre per la partecipazione alla fiera di Dusseldorf, Prowein: nel 2013 per 200mila euro e nel 2015 per una somma di oltre mezzo milione di euro.

L'inchiesta, partita dopo un esposto del 2015, prenderà però in esame gli ultimi cinque anni di attività dell’Enoteca, quindi molte altre fiere internazionali e non, come Vinitaly, e il rapporto con altri fornitori. "È stata una doccia fredda – racconta Galassi –. Sono tanti anni che lavoriamo con Enoteca e sempre nella stessa modalità. Stiliamo un preventivo per il progetto che ci viene richiesto, poi presentiamo la fattura sulla base di quel preventivo una volta eseguiti i lavori". Ma per gli inquirenti proprio dietro a quelle fatture si nasconderebbero prezzi ‘gonfiati’.

"Confidiamo di poter chiarire tutto nel più breve tempo possibile – commenta l’avvocato Alberto Padovani, legale di fiducia di Roda –. Delle due annate contestate, in una il mio cliente non era nemmeno più in carica: ha lasciato circa due anni e mezzo fa". Per l’avvocato, "Roda non aveva comunque poteri operativi, i contratti venivano sottoscritti dal direttore. E comunque parliamo di fatture regolarmente indicate nei bilanci, che sono soggetti a controllo e certificazione".

Intanto, mentre il legale di Roda valuta il ricorso al Riesame per dissequestrare pc e documenti acquisiti dalla Finanza, il presidente della Fondazione Dozza città d’arte precisa che "non intratteniamo rapporti commerciali, economici o finanziari con Enoteca e ovviamente siamo completamente estranei alla loro gestione interna". Il nodo è che l’inchiesta "inevitabilmente travolge negativamente il nome di Dozza ed i tanti produttori che conferiscono i loro vini". Pertanto "confidiamo fortemente nella correttezza di chi ha agito e nella rapidità delle indagini, poiché è inevitabile che la vicenda, così come presentata dai media, arrechi danni all’immagine di Dozza e della Rocca".