Imola, lotta all'evasione. Quasi seimila accertamenti in un anno

Tributi comunali arretrati: in 12 mesi sono stati incassati solo 600mila euro su 3,6 milioni

Molto spesso il pagamento delle bollette è fonte di grandi preoccupazioni

Molto spesso il pagamento delle bollette è fonte di grandi preoccupazioni

Imola, 27 aprile 2017 – Oltre 2.600 accertamenti relativi alla Tari 2014, circa 950 sulla vecchia Tares (in entrambi i casi si tratta di tasse sui rifiuti non pagate) e 148 ingiunzioni tra Imu e Ici. E’ ricca, parliamo di quasi 3.700 atti, l’attività svolta nel 2016 per conto del Comune dalla Engineering, società alla quale l’ente di piazza Matteotti si è rivolto, al pari delle altre amministrazioni del Circondario, dopo l’addio alla contestatissima Equitalia per la riscossione dei tributi comunali non pagati.

Una scelta, quella compiuta ormai oltre un anno fa, motivata dalla necessità di instaurare «rapporti di collaborazione con il contribuente, al fine di facilitarlo negli adempimenti di legge, improntati anche al principio della buona fede». Almeno dal punto di vista dei ricorsi, fermi a zero, si può dire che la cosa ha funzionato pienamente.

Quanto alle rateazioni, nel corso del 2016 sono state in tutto 25: dodici per la Tari del 2014, sei per la Tares, cinque per le ingiunzioni Imu e due per quelle Ici. Venendo all’aspetto economico, emerge invece la difficoltà nell’ottenere il pagamento di quanto dovuto dai contribuenti in materia di tributi comunali. In dodici mesi la società ha infatti notificato agli imolesi circa 2 milioni di euro comprensivi di sanzioni e interessi, incassandone a fine anno 266.850.

Le ingiunzioni, in particolare, non paiono sortire grossi effetti. Quelle per l’Imu hanno garantito solo 64mila degli oltre 300mila euro previsti; ancora peggio quelle per l’Ici: 3.400 euro incassati a fronte di oltre 57.400 accertati. A questa attività in appalto (costata poco più di 70mila euro solo per Tares e Tari) va poi aggiunta quella che il Comune continua a portare avanti in maniera diretta con una gestione propria. E anche in questo caso, nonostante la fedeltà fiscale degli imolesi sia nota, i numeri sono alti: oltre 1.200 accertamenti Imu, quasi 600 Tasi e 285 Ici.

Il tutto per un totale di oltre 2.100 atti e ben 1,6 milioni di euro da riscuotere, dei quali però solo 337mila sono effettivamente entrati nelle casse dell’ente di piazza Matteotti. Undici invece, tutte relative al pagamento dell’Imu, le rateazioni. Sommando questi dati a quelli collezionati dalla società privata, il quadro che si ottiene fa una certa impressione: per combattere l’evasione fiscale solo a Imola sono stati compiuti 5.821 atti in un anno, per un importo emesso (sempre comprensivo di sanzioni e interessi) pari a 3,6 milioni di euro. Ma di questi al 31 dicembre dello scorso anno ne sono stati incassati dal Comune soltanto 604mila.