La Procura: "L’ex primario Guido Ferrari va processato"

Tra le ipotesi di reato per l’ex dirigente di Radiologia, peculato, abuso d’ufficio, truffa, falso ideologico

L’ex primario di Radiologia Guido Ferrari

L’ex primario di Radiologia Guido Ferrari

Imola, 13 ottobre 2016 – Il pubblico ministero Claudio Santangelo ha chiesto il rinvio a giudizio per Guido Ferrari, ex primario di Radiologia dell’Ausl di Imola nonché consigliere comunale del Pd fino al 2012, quando partì l’inchiesta. Al termine di quattro anni di indagini, la Procura vuole infatti che Ferrari sia processato con le accuse, in alcuni casi in concorso con altri, di abuso d’ufficio, peculato, truffa, falso ideologico e falsità in scrittura privata. Per quanto riguarda il primo capo d’imputazione, l’ex primario, «violando le norme di legge che vietano di utilizzare mezzi e risorse umane appartenenti alla Pubblica amministrazione per finalità di interesse privato, procurava – secondo il pm – intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» a se stesso e a quattro strutture sanitarie private sparse tra le province di Bologna, Ferrara e Modena.

In sostanza, durante l’orario di servizio, Ferrari avrebbe svolto per loro (dal 2003 al giugno 2012) un’attività parallela di refertazione esami avvalendosi di alcune impiegate amministrative e degli strumenti dell’Ausl di Imola (da qui l’accusa di peculato) nonché, per il trasporto dei documenti, di tecnici sanitari e di radiologia, oltre che degli stessi medici e specializzandi in servizio nel reparto da lui diretto sul Santerno.

Il reato di truffa, secondo l’accusa, si configura invece dal momento che Ferrari, dal luglio 2003 al giugno 2012, ha simulato lo svolgimento dei compiti istituzionali di primario di Radiologia, «mentre in realtà impiegava la giornata lavorativa per attività extra istituzionali di refertazione». Il tutto inducendo così in errore la dirigenza dell’Ausl imolese, «che gli erogava comunque somme non dovute a titolo di ‘indennità di esclusività’ – ricorda il pm nella richiesta di rinvio a giudizio –, procurandosi così un ingiusto profitto e determinando un danno erariale di rilevante gravità a carico dell’ente pubblico».

Le parti offese nel procedimento sono l’Ausl di Imola (che ha già annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile), la Regione Emilia-Romagna e l’Università degli Studi di Ferrara, quest’ultima in virtù del fatto che nella vicenda risulta coinvolto anche uno specializzando emiliano, coperto da Ferrari nei panni di suo tutor. Il giovane radiologo, su indicazione dell’ex primario (per il quale è stato richiesto un sequestro preventivo pari a 298.453 euro), svolgeva infatti attività libero professionale nelle strutture private finite al centro dell’inchiesta. Toccherà adesso al Gup, nell’udienza in calendario delle prossime settimane, decidere se rinviare a giudizio Ferrari e altre sette persone.