Imola, aria di Giro d’Italia in autodromo. La corsa rosa torna a maggio 2018

Il 17 arrivo di tappa 50 anni dopo Adorni. Ma niente ripartenza

Il Giro d’Italia a Imola nel 2015 (Isolapress)

Il Giro d’Italia a Imola nel 2015 (Isolapress)

Imola, 1 novembre 2017 - LE ultime due istantanee, datate rispettivamente 20 e 21 maggio 2015, sono ancora impresse nella memoria di tanti imolesi. La prima: Ilnur Zakarin, dalla Russia con furore, taglia il traguardo in autodromo dopo uno scatto in solitaria lungo 23 chilometri. La seconda: Alberto Contador e Fabio Aru, i due grandi rivali di quella edizione, si stringono la mano proprio sotto l’Orologio. A tre anni di distanza dalla ripartenza della carovana rosa da Imola (con Zakarin entrato nel frattempo nell’Olimpo dei grandi e Contador che in estate si è ritirato), la città è pronta a ospitare di nuovo il Giro d’Italia.

Lo farà – salvo sorprese tanto brutte quanto al momento imprevedibili – il 17 maggio del 2018. Cinquant’anni dopo il trionfo di Vittorio Adorni, che l’1 settembre del 1968 si presentò sul rettilineo dell’Enzo e Dino Ferrari con quasi dieci minuti di anticipo sul secondo classificato. Manca l’ufficialità, si diceva. Dopo aver presentato le prime tappe del Giro 2018 (che partirà da Israele e vivrà i suoi primi tre atti fuori dall’Italia), Rcs svelerà infatti il calendario completo solo nei prossimi giorni. Ma nelle prime bozze, oltre che nelle chiacchiere degli addetti ai lavori, Imola viene indicata come arrivo della dodicesima tappa della corsa: si parte da Filottrano (Ancona), paese del compianto Michele Scarponi, e si arriva in autodromo. Il percorso non si conosce ancora, anche se appare molto probabile che ricalchi almeno in parte quello seguito nel 2015. 

Un tracciato, quello che ha avuto nel triplice passaggio sul circuito dei Tre Monti (di sicuro sarà ripetuto nel 2018) il suo momento clou, piaciuto molto agli organizzatori della corsa. Impressionati soprattutto – al di là delle dichiarazioni di circostanza – dalla modernità dell’infrastruttura autodromo, che in tanti fuori da Imola vedono sempre come un vecchio gigante ancorato al passato, ma ormai in disuso. È giusto che, anche con uno sforzo dell’amministrazione (nel 2015 per assicurarsi la tappa servirono circa 250mila euro tra contratto, logistica, transenne e lavori vari), il Giro torni a Imola 50 anni dopo l’exploit di Adorni.

A differenza di due anni e mezzo fa, però, quando i corridori firmarono il registro di presenza sul palco costruito apposta in una piazza Matteotti addobbata a festa, nel 2018 la carovana rosa non riprenderà la propria corsa da sotto l’Orologio. Al termine della dodicesima tappa ci sarà infatti lo spostamento in auto a Ferrara, da dove all’indomani riprenderà la gara. Poco male.

Dopo la positiva esperienza del 2015 (autodromo gremito e tanta gente lungo le strade il giorno dell’arrivo nonostante le pioggia) il Giro d’Italia avrebbe dovuto fare il proprio trionfale ritorno a Imola già quest’anno. Se non addirittura nel 2016. Il desiderio di molti, amministrazione in testa, era quello di una cronometro con partenza dal centro storico. Ma così non sarà. L’importante, mezzo secolo dopo il trionfo di Adorni e con il patron della Mercatone Uno Romano Cenni scomparso nei mesi scorsi, è che gli appassionati di ciclismo della zona possano tornare a vivere da protagonisti una tappa della manifestazione più ricca di fascino.