Incendio al Borghetto, dopo il fuoco è l'ora delle polemiche

Gli abitanti di Varignana da tempo denunciavano lo stato di abbandono del luogo che viene utilizzato come discarica abusiva

Il fuoco ha divorato un terreno di via Ca’ Masino abbandonato da anni all’incuria di un proprietario che lo usava indebitamente come discarica

Il fuoco ha divorato un terreno di via Ca’ Masino abbandonato da anni all’incuria di un proprietario che lo usava indebitamente come discarica

Castel San Pietro (Bologna), 21 luglio 2017 - Tempo di polemiche ma anche e soprattutto di richieste di chiarimenti dopo il pauroso incendio che si è sviluppato in via Cà Masino, zona Borghetto, nella frazione di Varignana intorno alle 22.30 del 10 luglio, quando, come scrive il Movimento 5 Stelle, «gli abitanti del Borghetto si sono accorti che c’erano fiamme alte provenienti dal terreno confinante dalle loro abitazioni e hanno avvisato i pompieri». Il Movimento 5 Stelle definisce l’episodio «inquietante» e «indimenticabile per la sua gravità», la maggioranza, attraverso un’interpellata firmata da quattro consiglieri comunali del Pd, è pronta a portare il tema in Consiglio Comunale chiedendo lumi anche «sulle segnalazioni scritte di degrado della zona da parte dei residenti».

L’incendio sarebbe divampato, sempre secondo le informazioni raccolte dal M5S, «in un piccolo pezzo di terreno che da 18 anni è stato acquistato da una persona già nota alle autorità. Il terreno – è questa l’accusa del Movimento che si rifà al racconto degli abitanti della zona -, è sempre stato utilizzato come una discarica a cielo aperto: intere montagne di plastica, lattine, bombole del gas, bancali e oggetti di vario genere ed uso accatastato per terra in completo abbandono e rischiosi in quanto altamente infiammabili».

Una situazione, questa, «più volte denunciata dai residenti alle autorità e all’amministrazione ma senza che nulla fosse mai stato fatto». Il Movimento racconta in un lungo comunicato anche la grande paura dei residenti visto che «una roulotte è saltata in aria completamente» e «due bombole del gas sono esplose ed una di queste si trovava a diverse centinaia di metri di distanza rispetto al luogo dello scoppio», con «gli abitanti terrorizzati che hanno  partecipato personalmente a spegnere le sterpaglie che man man si accendevano utilizzando badili, tubi e botti di acqua».

Sul grave episodio, oltre al Movimento 5 Stelle, chiede lumi anche il Pd, che si è attivato immediatamente con i suoi consiglieri Francesco Dall’Olio, Martina Rangoni e Stefano Trazzi e ha già firmato e depositato un’interpellanza. «Chiediamo se vi siano stati nel corso degli anni segnalazioni scritte sul degrado nella zona interessata dall’incendio e la motivazione per cui sono state ignorate qualora presenti; se fosse possibile capire la natura dell’incendio (qualora le indagini in corso lo permettano); se vi sia intenzione da parte dell’amministrazione comunale di procedere con un intervento di bonifica della zona post incendio; se via intenzione dell’amministrazione di vigilare affinché non vi siano ulteriori assembramenti di rifiuti e/o materiali infiammabili nella zona interessata».