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di FILIPPO DIONISI
— BOLOGNA —
ROBERTO FERRI è un cantautore che ha rischiato di morire. E quando rischi di morire le cose cambiano. O perlomeno, le vedi più chiaramente, da un altro lato, illuminate da una luce un po’ diversa. E allora, da quell’esperienza, è nata l’idea di Ti amo anche se non so chi sei, titolo emblematico per un disco che, uscito il 12 ottobre, riunisce, sotto la sigla di Artisti per la Donazione degli Organi, nomi eccellenti quali Franco Battiato, Lucio Dalla, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Ivano Fossati e tanti altri. Tra gli ospiti, che si sono cimentati con una serie di brani selezionati o composti ad hoc, anche la cantautrice toscana, naturalizzata bolognese, Pia. «La mia partecipazione nasce da una chiamata di Roberto Ferri, che mi ha chiesto di cantare una strofa di Com’è profondo il mare. Ho accettato volentieri perché quello della donazione è un tema molto importante verso il quale è necessario stimolare continuamente l’interesse della gente. E le persone, che con 14 euro possono dare una mano alla ricerca, hanno un motivo in più per comprare questo lavoro collettivo: ed è che si tratta di un disco straordinario».
COME spiega lo stesso Ferri, bolognese anche lui, questo è un progetto che parte da lontano, da un luogo che — in comune con la musica — ha davvero poco. «Il disco nasce due giorni dopo il mio trapianto di fegato, da una promessa fatta al professor Antonio Daniele Pinna. Ho letteralmente rotto le palle a tutti pur di raggiungere il traguardo di un album per promuovere la cultura della donazione degli organi. Gli artisti mi hanno tutti detto subito di sì. Contrariamente alle major, che vedono solo il profitto. Allora, mia moglie ed io lo abbiamo pubblicato con la nostra piccola etichetta». Il ricavato delle vendite andrà per promuovere la donazione degli organi e per finanziare la ricerca clinica sulle malattie del fegato. «Le Onlus vivono di donazioni e nessuno lavora a scopo di lucro». E forse è per questo che le major hanno declinato l’invito…«Le major preferiscono investire su gente che esce da un talent show e che dopo sei mesi è già stata dimenticata. Oggi sei un prodotto, non una persona. Noi abbiamo dato enorme importanza alla questione artistica. Battiato è stato il primo ad essere contattato. Ha partecipato col canto e in qualità di supervisore. Poi sono venuti Dalla, Ron, Fiorella Mannoia, Ivano Fossati… La Fondazione De Andrè ci ha concesso l’utilizzo di Anime salve, che è stato scelto per il testo, una sorta di epitaffio di Fabrizio, così come è stato per Com’è profondo il mare».
RESTA da capire perché, a questo punto, la cultura della donazione degli organi faccia così fatica a radicarsi. E la verità è che «quella della donazione degli organi è una richiesta che si fa ai vivi. Ma quando si è morti, si è morti. Gli organi finirebbero in pasto ai vermi. E io mi chiedo se un essere umano conta meno di un verme. Il più grande donatore della storia, e lo dico da ateo, è stato Gesù Cristo. Sarebbe il caso che i cattolici prendessero esempio da lui. Ma la Chiesa frena molto su questo punto. Mia moglie mi avrebbe dato metà del suo fegato da viva. E qualcuno fa storie su cosa si dovrebbe o non dovrebbe fare da morti».