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di FRANCESCO MIGNANI
— CASTEL DEL RIO —
ANCHE su Castel del Rio picchia la crisi economica. E lo dimostrano le testimonianze dei commercianti, con incassi in affanno. Stefania Paolini, titolare di un negozio di abbigliamento, è addirittura convinta che il peggio debba ancora venire: «C’è poco passaggio, soprattutto in inverno. Penso che la crisi non sia ancora finita: in paese le depressioni tendono ad arrivare dopo». La conferma è nelle parole di Mara Poli dell’ortofrutta di piazza della Repubblica, che sembra decisa a gettare la spugna: «Siamo ormai rassegnati a chiudere a fine anno, perché l’attività non rende più. La concorrenza, francamente, è insostenibile per noi: ai grandi centri commerciali di Imola si aggiungono i baracchini sulla strada e i proprietari dei terreni che vendono in proprio i prodotti. L’anno prossimo non mi rinnoveranno il contratto d’affitto, quindi per rimanere dovrei rilevare il locale. E come faccio? Spendo 190 euro ogni due mesi soltanto di igiene ambientale. Ho provato a lamentarmi, ma mi è stato risposto che gli ortofrutta sono equiparati a pizzerie e pescherie».
TUTTAVIA, c’è anche chi, in paese, la crisi l’avverte poco o non l’avverte affatto. Come Jessica e Annalisa, che gestiscono il Bar alimentari Antonelli: «La clientela è sempre la stessa, in definitva non registriamo un calo sensibile: i generi alimentari si vendono sempre». Carla Chendi del panificio Galeotti, come molti compaesani benedice il mese di ottobre e la Sagra del marrone, che di Castel del Rio è il prodotto tipico: «In questo periodo, nel weekend viene tantissima gente. Ci sono delle belle feste e sagre». Loris Neri, titolare della macelleria, vede invece il bicchiere mezzo vuoto: «D’estate il turismo è calato sensibilmente. I campeggi al fiume, ad esempio, non ci sono più e i giovani della zona ora vanno più a Fontanelice o verso la Toscana. Certo, noi siamo contenti qui, abbiamo i nostri clienti, però la concorrenza dei grandi centri è forte. Molti vanno a fare la spesa a Imola e Casalfiumanese. Addirittura alcuni anziani vanno in corriera a Imola a fare la spesa per risparmiare due soldi con le offerte 3x2, quando hanno un macellaio, un ortofrutta e un alimentari di qualità sotto casa». Alfonso Crocetti, produttore di castagne, usa l’arma dell’ironia: «L’industria di Castel del Rio sono i ricoveri per anziani, mentre i giovani se ne vanno. Del resto qui non c’è lavoro e manca un’area artigianale». Barbara Gualandi, titolare del vivaio ‘I petali di Alice’ è nuova di Castel del Rio: «Siamo qui da 20 giorni. L’accoglienza è stata molto buona. Il paese è turistico, molta gente viene da fuori, soprattutto la domenica per la sagra del marrone».
FRANCESCO Biancoli, titolare della farmacia, lamenta l’assenza di prospettive per i giovani del paese: «Qui ci sono soprattutto persone anziane. Per i giovani le attrattive sono sempre meno, e la conseguenza è che il paese sta invecchiando». Cristian Bertozzi gestisce l’edicola tabaccheria: «La Sagra non dà maggior lavoro alla mia attività, ma è più che positiva per il paese, perché genera un buon indotto. Il turismo, da queste parti, è un fenomeno stagionale. Da aprile a ottobre, è alimentato dal fiume, dal ponte alidosiano — che attira visitatori anche da molto lontano — e dal museo della guerra. Forse siamo il paese più anziano dell’Imolese, perciò i miei clienti sono soprattutto persone anziane». Persone che non demordono, come Marcella Noferini, per la quale la merceria è una ragione di vita: «Ultimamente capita di non vendere niente per l’intera giornata. Ma io vado avanti. Da quando sono vedova il negozio è diventato una distrazione, un modo per passare il tempo».