Psicologa e ricercatrice dell’università, Imola piange Maria Josè

Il collega: "Stava vivendo un momento professionale d’oro"

Maria Josè Esposito era nata a Rovereto, laureata a Bologna viveva a Borgo Tossignano

Maria Josè Esposito era nata a Rovereto, laureata a Bologna viveva a Borgo Tossignano

Imola, 23 agosto 2017 - Era un’affermata ricercatrice Maria Josè Esposito, la donna di 44 anni deceduta lunedì sera a seguito di un terribile incidente – l’ennesimo - sulla Montanara. La Fiat Panda che stava guidando si è schiantata contro un albero sul ciglio della strada, a Fabbrica, e subito dopo la vettura ha preso fuoco trasformandosi in una trappola mortale.

Una laurea in Psicologia conseguita nel 1999 all’Università di Bologna, Maria Josè – residente a Borgo Tossignano e domiciliata a Imola – era docente universitaria e insegnava a Rimini presso il Dipartimento di Psicologia. «Ci siamo conosciuti in laboratorio qualche anno fa – ricorda il professor Vincenzo Natale, direttore del Dipartimento di Psicologia -. In particolare, si occupava di psicologia della memoria e di psicofisiologia del sonno. Inoltre, nell’ambito universitario aveva svolto importanti esperienze a Bruxelles». Infatti, dopo il dottorato in psicologia generale e clinica, nel 2005 la donna è stata titolare di una borsa di studio Marie Curie all’interno del Research Network Training Marie Curie, incarico svolto presso l’Université Libre di Bruxelles. Poi, nel marzo 2007, Esposito ha preso servizio come ricercatrice nella facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Nel frattempo, non sono mancati i corsi e le esperienze di ricerca in Italia e all’estero, come in Canada, Belgio, Cambridge e Zurigo. Insomma, un curriculum di alto profilo, grazie al quale ottenne un posto come ricercatrice all’Università di Bologna.

«Per lei questo era un grande momento, è una cosa pazzesca – dice amareggiato il collega -. In questo periodo era molto contenta perché, dopo diverso tempo, avrebbe riaperto il laboratorio di ricerca, sua vera passione, rimasto chiuso per lavori di ristrutturazione». Anche per questo, la docente aveva molti progetti futuri legati alla professione. In particolare, uno era rappresentato da una nuova avventura che la donna avrebbe intrapreso a breve, come afferma il direttore di Dipartimento: «Stava per cominciare un anno (accademico, ndr) molto positivo con un’attività didattica all’interno del Collegio superiore», istituzione di eccellenza dell’Università che offre un percorso interdisciplinare a studenti particolarmente meritevoli iscritti a un corso di laurea dell’Unibo, integrando così i percorsi tradizionali con programmi avanzati. La 44enne sarebbe quindi entrata a far parte dei tutor del Collegio, docenti di alto profilo dell’Alma Mater. Ma il destino l’ha strappata alla vita prima del tempo.