Imola, morto il 17enne colpito dalla meningite

Era ricoverato in rianimazione da venerdì. Avviata la procedura per la donazione degli organi

Imola, morto il 17enne colpito da meningite. Analisi di laboratorio in una foto d’archivio Newpress

Imola, morto il 17enne colpito da meningite. Analisi di laboratorio in una foto d’archivio Newpress

Bologna, 21 novembre 2017 - È morto il ragazzo di 17 anni colpito da meningite batterica. Al termine delle sei ore di accertamento di morte cerebrale previste dalla normativa, il collegio medico del Santa Maria della Scaletta di Imola ha constatato il decesso di Francesco Vozzi. "In questo momento di grande dolore - spiega l'Ausl - i famigliari di Francesco, con grande forza e generosità hanno voluto che i sanitari procedessero all'attivazione della procedura di donazione degli organi. Gli operatori del reparto di Terapia Intensiva e tutta l'Azienda Usl di Imola, nell'esprimere il più sentito cordoglio, desiderano ringraziare per l'importante gesto di generosità e solidarietà umana di questa famiglia".

Il ragazzo era stato ricoverato in rianimazione all’ospedale di Imola venerdì scorso, in gravi condizioni. Il meningococco di tipo B aveva provocato una diffusa setticemia. 

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Quando era giunto in ospedale, i medici del pronto soccorso avevano fin da subito sospettato un caso di meningite, confermato poi dagli esami effettuati. Erano quindi stati attivati i protocolli di prevenzione stabiliti in queste circostanze: segnalato il caso al dipartimento di Sanità pubblica dell’azienda sanitaria, sono state individuate le persone venute in contatto diretto con il ragazzo (familiari, amici, compagni di classe), ed era stata eseguita la profilassi antibiotica necessaria ad abbattere il rischio, comunque molto basso, di contrarre la malattia.

Inoltre, la profilassi era stata somministrata anche agli operatori sanitari che avevano preso in cura il paziente. 

L’ultimo caso di meningite meningococcica nell’Imolese risaliva al luglio scorso, quando colpì un bambino bolognese di 8 anni che stava frequentando un campus estivo a Castel del Rio. In quell’occasione, il piccolo, dopo le cure necessarie, si era ripreso. Anche in quel caso furono immediatamente attivate le misure di profilassi.