La stretta di mano tra il partigiano e la nipote del Duce

Dopo le polemiche per la presentazione del libro ‘Donna Rachele, mia nonna’ gesto di pacificazione al Molino Rosso tra Edda Negri Mussolini e l’89enne Mariano Bignami

Da sinistra Mariano Bignami, partigiano di Altedo, 89 anni, con l’autrice Edda Negri Mussolini e Paolo Bedeschi

Da sinistra Mariano Bignami, partigiano di Altedo, 89 anni, con l’autrice Edda Negri Mussolini e Paolo Bedeschi

Imola, 27 febbraio 2016 - Uno scambio di libri tra la nipote di Mussolini e un ex partigiano. Probabilmente, modo migliore non c’era per scrivere la parola fine a una polemica che agita il Santerno da giorni. Da quando l’Anpi di Imola ha dichiarato «inopportuna» la presentazione, in una città Medaglia d’oro per la Resistenza, del volume ‘Donna Rachele, mia nonna. La moglie di Benito Mussolini’, scritto da Edda Negri Mussolini, nipote del Duce, e dalla giornalista Emma Moriconi.

La serata di ieri, cancellata in un primo momento poi spostata al Molino Rosso in seguito all’intervento della casa editrice, è stata suggellata da un gesto reciproco: Mariano Bignami, 89 anni ed ex partigiano di Altedo, ha donato a Edda Negri Mussolini ‘Le avventure di un ragazzo del ‘27’ che racconta la vita del bolognese, mentre la nipote di Rachele ha fatto altrettanto col suo libro, tanto discusso a Imola. «Questa è la 32ª presentazione, la prima ad attirare così tante polemiche – racconta l’autrice –. Siamo stati in altre città, come Livorno. Qualche discussione c’è stata, ma nulla di tutto ciò. Anzi, molti sindaci di sinistra ci hanno chiamato nei loro Comuni per parlare del volume». Poi Negri Mussolini si presenta al pubblico: «Ho scritto questo libro per rendere omaggio a una donna che tanti giovani oggi non conoscono. Si parla spesso di gossip, delle amanti del nonno, ma Rachele ha cresciuto cinque figli e per quei tempi è stata una donna moderna. Con lei ho passato la mia infanzia, lei mi ha trasportato tanti valori». Poi spiega: «La nonna era moderna perché da minorenne è andata a convivere con un uomo senza arte né parte, è rimasta incinta della zia, ma secondo la legge di allora non ha potuto riconoscerla. L’alternativa era la prigione. Una donna moderna, quindi, perché ha vissuto fuori dagli schemi di quell’epoca».

Un inciso sulla polemica di questi giorni: «Prima di ostacolare un evento sarebbe il caso di leggere il libro in questione – osserva -. E comunque si tratta di un romanzo su nonna Rachele, non sul nonno. Il volume contiene i ricordi di una bambina cresciuta». Bruno Solaroli, presidente dell’Anpi di Imola, non ha accettato l’invito a partecipare all’iniziativa e da parte del numero uno dell’associazione nazionale, Carlo Smuraglia, a cui l’autrice ha scritto nei giorni scorsi, arriva un eloquente silenzio. Per Roberto Mugavero, editore Minerva: «Non conosco libri che abbiano ucciso nessuno. Non si può condannare un testo senza averlo letto». Che peraltro, chiosa il moderatore Alessandro Mischi, «finisce con le ricette di alcune specialità romagnole».