Imola, via Montericco diventa un orto

La svolta ‘bio’ dell’amministrazione dopo anni di cemento

Un orto

Un orto

Imola, 9 dicembre 2017 - Orti e giardini urbani in via Montericco. E’ il piano a cui lavora l’amministrazione, pronta a chiudere nel nome del bio un mandato che si era invece aperto all’insegna delle vendite al miglior offerente delle aree verdi pubbliche in vista della loro urbanizzazione. Potere delle elezioni sempre più vicine, direbbero i maligni. Il Comune lancia infatti un bando per l’assegnazione dell’area in questione (civico 8/a, a due passi dal nuovo supermercato Conad) ad associazioni, enti no profit e ‘gruppi informali’ che avranno poi il compito di interfacciarsi con i cittadini e le loro richieste. Lo spazio sarà concesso in comodato d’uso gratuito per sei anni. L’amministrazione, dal canto suo, provvederà ad attrezzarlo con ricovero attrezzi, allacciamento idrico ed elettrico. La definizione delle aree e il loro utilizzo andranno, come accennato, co-progettati tra Comune e assegnatario, che si impegna a sua volta ad affidare le singole porzioni di terreno ad altri cittadini che lo richiedano.

C’è tempo fino al 5 gennaio 2018 per presentare le candidature. Alla domanda va allegato il progetto operativo e gestionale. In caso ci siano più richieste per la stessa area, scatta la graduatoria: attribuiranno punti (massimo 100) la valenza sociale e didattica del progetto (35), le azioni mirate alla tutela ambientale (35) e quelle (altri 30 punti) rivolte al coinvolgimento attivo dei propri soci/aderenti «in un’ottica di promozione di responsabilità civica», chiariscono dal Comune.

Gli obiettivi del progetto, così come messi nero su bianco dall’amministrazione nel bando, appaiono chiari: «mettere a disposizione aree e spazi da destinarsi sì a coltivazione di piante, ma con finalità sociali, ricreative, didattiche e culturali»; «migliorare la qualità urbana e valorizzare spazi della città sottraendoli al degrado e alla marginalità»; «sostenere la socialità e la partecipazione dei cittadini, promuovere l’aggregazione delle persone favorendone la vita all’aria aperta». E ancora: «insegnare e diffondere tecniche di coltivazione»; «sostenere la produzione alimentare biologica e biodinamica a ‘km 0’ e la coltivazione di essenze tradizionali locali, sia per il consumo familiare, che collettivo»; «favorire attività didattiche per le persone che desiderano avvicinarsi a questa attività».

Infine: «Valorizzare lo spirito di iniziativa e l’auto-organizzazione delle persone nell’ottica di promuovere la responsabilità civica»; «favorire lo scambio intergenerazionale e interculturale» e le «attività terapeutiche di supporto a processi di riabilitazione fisica e psichica».