Caso photored, sentenza a dicembre

I quattro tecnici comunali saranno giudicati con rito abbreviato

I sigilli tolti a un photored (Foto Isolapress)

I sigilli tolti a un photored (Foto Isolapress)

Imola, 14 settembre 2016 - Verranno giudicati con rito abbreviato, il prossimo 15 dicembre a Bologna, i quattro ‘tecnici’ comunali imputati nell’ambito della vicenda photored. Al termine dell’udienza di ieri mattina, il Gup del Tribunale del capoluogo emiliano, Alberto Gamberini, ha infatti accolto la richiesta formulata dalla difesa, rappresentata dall’avvocato imolese Giuseppe Girani. Per scrivere la parola «fine» (al netto di eventuali ricorsi) sulla gestione dei tanti semafori cittadini in cui è attivo l’occhio elettronico che multa chi passa con il rosso, bisognerà quindi attendere ancora tre mesi.

A fine anno, dopo aver esposto le loro ragioni al giudice, alla sbarra andranno, con l’accusa di abuso d’ufficio, Daniele Brighi, all’epoca dei fatti contestati comandante del corpo unico di polizia municipale dei Cinque castelli, il suo ex omologo imolese Giorgio Benvenuti (cui è contestato anche il falso ideologico), Marina Morara, ispettore di vigilanza incaricata di posizione organizzativa, e Giancarlo Manara, responsabile pro tempore del servizio Mobilità e trasporti del Comune.

Ai quattro, come ormai noto, vengono imputati tutti i fattori alla base dell’indagine della Guardia di Finanza. Un’inchiesta cominciata a novembre 2014 con i sigilli ai semafori photored di Imola, Castel San Pietro e Dozza (il Tribunale del Riesame ne dispose il dissequestro poche settimane dopo): omologazione degli impianti, assenza di due fotogrammi per infrazione, ingiusto vantaggio patrimoniale ad Area Blu.

Questi in buona sostanza anche gli addebiti mossi a luglio 2015, nella sua richiesta di rinvio a giudizio, dal pm Antonello Gustapane (presente ieri in aula), che aveva invece auspicato e ottenuto qualche mese dopo l’archiviazione per il sindaco Daniele Manca e i componenti della sua ex giunta. In sostanza, secondo l’accusa, il primo cittadino e i suoi assessori (mandato 2008-2013). sarebbero stati «ingannati» da Benvenuti sulla regolarità dello schema di delibera, con parere favorevole di regolarità tecnica, «così da essere stati indotti in errore». Da qui la diversità delle richieste formulate alla corte. «Riteniamo che agli atti sia chiara la posizione degli imputati – commenta l’avvocato Girani –. A nostro avviso la Procura non interpreta i fatti in modo corretto: per noi non ci sono reati e il quadro accusatorio è insussistente. Non ci sono gli estremi per parlare di abuso. Vogliamo chiudere questa vicenda il prima possibile».

 

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