Imola, a Fabbrica sono arrivati 14 nuovi profughi

Eppure il bando non è ancora chiuso. I giovani africani alloggiano all’ex Melrose Cafè. Sonia Cicero: "Modalità inconsuete"

Alcuni dei nuovi ospiti della cooperativa  Solco nell’appartamento ricavato dall’ex Melrose Cafè

Alcuni dei nuovi ospiti della cooperativa Solco nell’appartamento ricavato dall’ex Melrose Cafè

Imola, 6 aprile 2017 - Nonostante l’esito del bando sia ancora sconosciuto, la prefettura ha dirottato a Imola, dall’hub bolognese, 14 nuovi profughi. I richiedenti asilo – uomini africani tra 18 e 33 anni – da lunedì alloggiano a Fabbrica, in un’abitazione sulla via Montanara, ex sede del Melrose Cafè. Tecnicamente ora l’alloggio è sede di un Cas (Centro di accoglienza straordinaria), gestito dalla cooperativa Solco, in affitto nell’appartamento.

Otto migranti arrivano dal Mali, uno dal Gambia, tre dalla Costa d’Avorio, uno è originario della Sierra Leone, un altro della Guinea. Sono supportati da tre operatori culturali e, al momento, stanno effettuando i controlli medico-sanitari del caso. A febbraio la prefettura aveva emesso un maxi bando per individuare, su tutta la provincia di Bologna, nuovi gestori di centri di seconda accoglienza. L’avviso pubblico era scaduto il 14 marzo, ma ancora oggi si attende il suo esito. Inizialmente l’apertura delle buste era stata fissata per il 15 marzo, poi, si legge nel sito internet della prefettura, «per problematiche organizzative la seduta pubblica, per l’apertura dei plichi contenenti la documentazione e le offerte, è stata rinviata a data da destinarsi», ancora da individuare.

Fatto sta che Solco aveva partecipato al bando proponendo «a Fabbrica una nuova struttura già pronta e disponibile – fa sapere Michela Burattini, amministratore delegato di Solco Prossimo -. Così, è stato fatto un affidamento diretto». Anticipando quindi la pubblicazione dell’esito della procedura pubblica. Ma dal Circondario, Sonia Cicero, dirigente dell’ufficio di piano, storce il naso per le modalità seguite dalla prefettura in questo frangente, in cui ancora non si conoscono i risultati del bando di febbraio.

«Quello che non sapevamo con certezza era come si sarebbe comportata la prefettura rispetto al fatto che ha una gara in corso non ancora portata a termine – ragiona -. Non sapevamo quindi se avrebbe fatto dei contratti estemporanei, comunque legittimi nel contesto dell’emergenza, da ratificare in seguito con procedure amministrative dedicate».

E pare proprio che Palazzo Caprara abbia optato per questa strada. «Lo stupore – prosegue - riguarda il fatto che sono arrivate così rapidamente delle assegnazioni, in quanto ormai credevamo che la prefettura avrebbe optato per aprire prima le buste». Per il vicesindaco Roberto Visani si tratta di un modus operandi che «trasmette inevitabilmente una rappresentazione dell’emergenza, per cui è chiaro che se gli arrivi continuano, i Comuni sono chiamati ad affrontarli con altrettanta emergenza».