Imola, arrivano sette nuovi volontari civici

Si aggiungono ai 24 già operativi. Visani: "E' sicurezza partecipata"

I nuovi volontari civici imolesi

I nuovi volontari civici imolesi

Imola, 21 ottobre 2017 - Sette nuovi volontari civici (4 uomini e 3 donne) hanno preso servizio da oggi, al termine dell’apposito corso tenuto dalla Polizia Municipale e si vanno ad aggiungere ai 24 attualmente attivi (21 uomini e 3 donne).

“Quattordici occhi in più, a garanzia della sicurezza, forte aiuto alle forze dell’ordine. Un profondo ringraziamento va ai tanti volontari che da 8 anni si stanno impegnando con senso di responsabilità, a dimostrazione che tutti i cittadini possono dare un grande contributo alla coesione, sociale garantendo alla comunità un qualità della vita migliore” commenta Mario Peppi, consigliere comunale delegato alla Partecipazione e delegato di Imola Attiva.

I volontari civici nascono il 26 novembre 2009 proprio all’interno del Progetto “Imola Comunità Attiva”, pensato e gestito dal Comune insieme ai Forum Territoriali e all’articolato mondo dell’associazionismo e del volontariato imolese con la finalità di promuovere l’educazione alla convivenza e il rispetto della legalità, la mediazione dei conflitti e il dialogo tra le persone, la partecipazione e cittadinanza attiva sui temi della coesione sociale, dell’inclusione e integrazione multiculturale, della promozione delle regole di comunità, come strumento per vivere bene insieme. Oggi i volontari civici fanno riferimento all’Auser e alla Polisportiva Ponticelli.

“Quando si cominciò a pensare al progetto dei volontari civici, che prese corpo nel 2009, decidemmo di investire su un'esperienza di cittadinanza attiva per promuovere un'idea di sicurezza partecipata e di civismo” sottolinea da parte sua il vice sindaco Roberto Visani. “L’esperienza portata avanti fino ad oggi e l’arrivo di nuovi volontari ci dice che il senso civico rappresenta ancora un tratto identitario della nostra città. Interessarsi della vita degli altri e degli spazi pubblici significa rafforzare quei legami sociali che fanno della città non una somma di individui ma una comunità di persone nella consapevolezza che dove c’è più solitudine lì c’è anche più senso di insicurezza” conclude Visani.