Riti voodoo per far prostituire una ragazza. Due nigeriani fermati a Imola

La vittima era sbarcata in aprile in Sicilia, dopo che il gommone su cui viaggiava era stato soccorso

Un rito voodoo (Afp)

Un rito voodoo (Afp)

Imola (Bologna), 16 giugno 2017 - Era stata sottoposta a un rito voodoo in Nigeria, durante il quale si era impegnata a obbedire alla donna per la quale avrebbe lavorato ed a corrisponderle la somma di 40.000 euro, altrimenti sarebbe morta. E’ la terribile vicenda di una giovane nigeriana, portata in Italia per essere avviata alla prostituzione e liberata a Imola dalla Squadra Mobile di Catania, che ha fermato una coppia di nigeriani, una donne di 28 anni e un uomo di 21, per favoreggiamento dell’immigrazione e tratta di persone.

La vittima avrebbe iniziato il viaggio nel febbraio 2016, lasciando Benin City a bordo di un taxi e raggiungendo, poi con mezzi diversi la Libia. Lì sarebbe rimasta per circa tre mesi, fino a quando si sarebbe imbarcata su un gommone occupato da numerosi migranti, soccorso in mare dalla nave ‘Aquarius’ di Sos Mediterranee.

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La ragazza è sbarcata a Catania il 7 aprile scorso insieme con altri 431 migranti. Al momento dello sbarco in Sicilia la giovane aveva raccontato alla speciale sezione ‘ascolto’ della squadra mobile della Questura di Catania di aver lasciato il suo Paese a causa delle condizioni di estrema povertà della sua famiglia. Era stata informata dal fratello della possibilità di raggiungere una coppia di connazionali, i due fermati, che da tempo abitava in Italia, che era disponibile ad accoglierla.

Così, accompagnata dal 21enne, è arrivata a Imola ’per lavorare’ per la donna. Fino a quando non è stata liberata e collocata in una casa per donne vittime di tratta.