«Cyberbullismo e adescamento, sono pronti trenta nuovi professori»

Studenti delle superiori spiegheranno ai più piccoli come difendersi

La consegna degli attestati agli studenti che sono diventati peer educators: insegneranno ai ragazzi di medie ed elementari

La consegna degli attestati agli studenti che sono diventati peer educators: insegneranno ai ragazzi di medie ed elementari

Imola, 21 aprile 2015 - La fase uno prevedeva la formazione dei peer educator e, ora che è terminata, si passa all’azione. Trenta studenti degli istituti ‘Paolini-Cassiano’ e ‘Alberghetti’ hanno seguito un percorso didattico sull’uso consapevole dei nuovi media, conoscenze che adesso dovranno trasferire a circa 900 alunni delle scuole elementari e medie. Per questo, si parla di educazione alla pari, da studente a studente. La fase due del progetto ‘Insieme nella rete’, organizzato dal Lions Club Imola Host in collaborazione con Telefono Azzurro, consiste in 50 incontri che i peer educator terranno, a partire da maggio, negli Istituti comprensivi 6 e 7, e in particolare di fronte a tutte le classi delle medie e alle quarte e quinte delle elementari. I più grandi insegneranno ai più piccoli come difendersi dal cyberbullismo e dall’adescamento online.

«L’idea È nata quattro anni fa – racconta Michele Martoni membro del Lions Club e referente del progetto –, alla luce della scarsa consapevolezza esistente sul mondo digitale non solo tra i ragazzi, ma anche tra gli adulti». E così la sezione imolese del Lions ha deciso di fare di ‘Insieme nella rete’ il suo progetto principe. «Quest’anno abbiamo scelto i peer educator che hanno seguito seminari e laboratori in aula, grazie a Telefono Azzurro e all’Università di Bologna, volti alla realizzazione di un video pubblicato sul web» continua. I trenta ragazzi, una volta formati, hanno preparato le lezioni frontali che terranno ai più piccoli e verrà effettuato un incontro per ogni classe. «Il problema è che questo tema viene spesso affrontato a spot, per cui l’idea è quella di formare ogni anno un gruppo di peer educator che possano andare nelle altre scuole e affrontare determinate tematiche».

La prima fase del progetto ha visto anche quattro incontri con 350, tra genitori e insegnanti, sull’uso consapevole dei nuovi media. Gli attestati, consegnati ieri alla sede di Fablab, all’interno dell’Alberghetti, hanno sancito di fatto la fine delle prima fase e il passaggio all’operatività. «Perché abbiamo scelto Fablab? Perché le tecnologie devono essere prima di tutto un’occasione, però non bisogna cadere nei tranelli che riservano», osserva Martoni. Che aggiunge: «Gli adulti devono incuriosirsi a questo mondo ma lasciare una certa dose di libertà». «E’ necessario stare nella web society con libertà e responsabilità – gli fa eco il vice sindaco Roberto Visani –. L’approccio del progetto insiste sul web come una risorsa, in quanto la rete è un mondo straordinario che consente di ridurre le distanze».