«L’acqua della città è perfetta». Dopo l’Ausl in campo anche Hera

La multiutility ha effettuato altre analisi a scopo precauzionale

I controlli di laboratorio

I controlli di laboratorio

Imola, 24 novembre 2015 - Mai come in questi giorni l’acqua di Imola sembra essere così controllata. Dopo le dichiarazioni di Terra srl sulla presunta presenza di una quantità fuori legge di alluminio nell’acqua potabile, è una rincorsa a suon di prove e controprove. Secca la replica dell’Ausl che, con numeri alla mano, ha difeso il suo operato di controllore parlando di «allarmismi assolutamente non giustificati». Ora a scendere in campo è Hera che rincara la dose: «Nessuna presenza di alluminio nell’acqua di Imola. Insussistenti gli allarmi lanciati».

La multiutility dichiara che «a scopo precauzionale venerdì mattina sono stati prelevati diversi campioni dall’acquedotto cittadino su reti che alimentano anche le abitazioni di via Pediano e i luoghi interessati», il centro storico. Ebbene, «questi campioni sono stati analizzati dai laboratori del Gruppo Hera che hanno tutte le principali certificazioni del settore e sono conformi agli standard internazionali» sottolinea l’azienda. I risultati? «Tutti i parametri sono a norma di legge: non è risultato alcun tipo di inquinamento. In particolare il valore dell’alluminio è inferiore al limite di rilevabilità strumentale, 20 microgrammi per litro, contro i 200 microgrammi per litro che rappresentano il limite di legge». La partecipata spiega poi che, affinché le analisi dell’acqua potabile «siano attendibili e qualificate, devono essere fatte professionalmente con campioni prelevati a monte del contatore e seguendo precise regole di campionamento». Mentre i «prelievi effettuati dal rubinetto rischiano di essere influenzati dalle caratteristiche dell’impianto privato».

LA risorsa idrica che viene distribuita nell’area urbana di Imola «proviene dall’impianto ‘Pontesanto’ nel quale non viene utilizzato alcun trattamento che prevede l’uso di prodotti a base di alluminio, ma si impiega unicamente l’ipoclorito di sodio come prodotto disinfettante». Il gruppo infine ribadisce che «non ci sono falde né superficiali né profonde in prossimità della discarica che alimentano l’acquedotto imolese, pertanto non esiste alcun rischio di contaminazione delle acque potabili».

Nel frattempo sembra essere risolto il ‘giallo’ sui risultati delle analisi di Arpa in discarica. Era stata la stessa agenzia a pubblicarli online venerdì. Ma, nel giro di 24 ore, i documenti non erano più consultabili. Il clima, neanche a dirlo era già rovente, e questo episodio ha gettato ulteriore benzina sul fuoco, scatenando un acceso dibattito sui social. Da Arpa fanno sapere che si è trattato di «errore nel caricamento dei file. Alcuni, per questione di privacy, non dovevano essere pubblicati così sono stati tolti». Peccato che nel corso dell’operazione siano stati «rimossi anche i risultati delle analisi sulla presenza di metalli pesanti all’interno dei pozzi spia. Documenti che invece dovevano rimanere».