I cattivi odori hanno i giorni contati: stanno per riaccendersi i due motori

Bruceranno una quantità maggiore di biogas e produrranno energia

La discarica di via Pediano

La discarica di via Pediano

Imola, 25 novembre 2015 - Le procedure di concordato preventivo si erano aperte a gennaio. Un mese dopo Romagna Energia aveva spento i due motori endotermici che possiede all’interno della discarica Tre Monti. Da allora il biogas viene bruciato (ma non recuperato in energia elettrica) dall’unico post combustore adiabatico (torcia) che sorge in via Pediano. Nulla ha potuto Herambiente, gestore dei motori, se non attendere la fine della procedura concorsuale. Sempre più vicina. Il 18 novembre, dopo diversi rinvii, si è svolta l’adunanza dei creditori che hanno approvato a maggioranza il piano di concordato. Ora la palla passa al tribunale di Roma che, salvo opposizioni da parte di creditori, avvia la chiusura della procedura.

Ciò significa che a gennaio 2016 i due motori endotermici potrebbero tornare a funzionare. Una spina nel fianco in meno in vista dell’approvazione del progetto di ampliamento della discarica presentato da ConAmi e Herambiente. Il gestore, creditore nei confronti di Romagna Energia, ha proposto di acquistare i due motori per la combustione del biogas.

«Sul piatto abbiamo messo la cifra indicata in perizia: 1,15 milioni di euro – dichiara Paolo Cecchin direttore produzione di Herambiente –. Ora il giudice deve dare corso all’autorizzazione favorevole al concordato che si basa sull’acquisizione dei motori». Se tutto filasse liscio, «potremmo accendere i motori a gennaio 2016», auspica il dirigente. Ma il primo stop risale a luglio 2014. Successivamente i motori sono stati avviati e spenti alcune volte. Da febbraio sono fermi e la torcia funziona costantemente. In pratica, in queste condizioni, il biogas – prodotto dai lotti uno, due e tre – viene inviato al combustore adiabatico (torcia) che «rispecchia i requisiti di legge e il cui funzionamento avviene nell’ambito dei parametri definiti dalla normativa», fanno sapere dalla partecipata.

La differenza sostanziale sta nel recupero energetico. Mentre «dal punto di vista delle emissioni, il termo-combustore adiabatico è assolutamente allineato a quelle che si hanno da un motore endotermico a recupero energetico». Fatto sta che, benché se ne dica, i residenti in zona da tempo lamentano un’aumento notevole dei cattivi odori. Ed è la stessa Arpa a fare qualche distinguo: «Vista la situazione di indisponibilità dei motori esistenti di recupero energetico della società in liquidazione, al fine di gestire la criticità di emissioni odorigene che si sviluppano dal corpo discarica e imputabili al mancato avvio a combustione di tutto il biogas prodotto, in quanto l’attuale torcia in funzione non è in grado di trattare tutto il biogas, e alla luce del fatto che gli anni 2015 e 2016 si configurano come quelli in qui la produzione del biogas è massima, si ritiene necessario anticipare l’installazione del terzo motore di recupero che era comunque in previsione». Il cantiere è aperto e, secondo le indicazioni iniziali di Arpa, dovrebbe chiudersi entro la fine dell’anno. Ma la tabella di marcia sembra destinata ad allungarsi.