Imola, ex bar Bacchilega ancora senza gestore. Anche il secondo bando va deserto

E' chiuso da un anno. L’assessore Raffini: "Non mi rassegno, ma i potenziali imprenditori sono spaventati dai lavori da fare"

L’ex Bar Bacchilega continua a non trovare gestori: anche il secondo bando è andato deserto

L’ex Bar Bacchilega continua a non trovare gestori: anche il secondo bando è andato deserto

Imola, 31 maggio 2017 - L’ex bar Bacchilega, luogo del cuore per generazioni di imolesi, è ancora senza una guida. Dopo che il primo bando pubblico aperto nei mesi scorsi dall’amministrazione attraverso Area Blu era andato deserto, anche la seconda gara si è chiusa con un nulla di fatto. Non ci sono imprenditori interessati a rilevare, almeno a queste condizioni, gli storici locali sottostanti il palazzo municipale. Locali che, si escludono le parentesi temporary shop e Baccanale, sono deserti da un anno esatto. In via Mazzini le serrande si abbassarono infatti, per l’ultima volta, la sera del 31 maggio 2016.

«Ora c’è la possibilità di procedere con trattativa diretta ed è quello che si cercherà di fare», spiega l’assessore al Commercio, Pierangelo Raffini. E dire che, nel bando chiuso ieri, il Comune aveva drasticamente calato le pretese rispetto al passato, rivedendo verso il basso il costo dell’affitto e l’importo che il privato avrebbe obbligatoriamente sborsare per l’acquisto delle attrezzature. Nel primo caso, la nuova procedura prevedeva una cifra minima di 33.600 euro più Iva, comprensiva dell’uso degli arredi storici, contro i 38mila a base d’asta della volta precedente. Quanto alle attrezzature, la richiesta del Comune, che le ha ereditate dalla vecchia gestione, era di 9mila euro. Un bel passo indietro, insomma, rispetto ai 45mila euro della prima gara.

«C’erano soggetti interessati – avverte Raffini –, ma molti sono spaventati dai tanti lavori da fare e dagli eventuali vincoli posti dalla Soprintendenza. Ora cercheremo di garantire ulteriore flessibilità, permettendo all’impresa che voglia investire di poter contare su una ‘exit strategy’ nel caso in cui la Soprintendenza dovesse rispondere picche». Del resto, «per rimettere a posto il locale con nuovi bagni e spogliatoi per il personale servono investimenti per varie centinaia di migliaia di euro – ragiona l’assessore al Commercio –. E’ quello che fa paura, molto più del canone. Se contribuisce anche il cantiere in Comune? Di certo quello che si vede non invoglia: incide anche la preoccupazione di rimanere imbottigliati. Ma io le proverò tutte, non mi rassegno». Intanto però l’opposizione incalza la Giunta.

«Chi è quel cucù che si va a prendere una ‘pesca’ così? – domanda provocatoriamente Simone Carapia, consigliere comunale di Forza Italia –. Solo l’amministrazione poteva pensare che qualcuno partecipasse alla gara. Un po’ la crisi, un po’ le politiche di questa amministrazione che non vanno certamente nella direzione di una valorizzazione del centro, e infine i lavori di ristrutturazione del Palazzo comunale, hanno chiuso e reso poco appetibile uno dei locali storici di Imola. Siamo passati dai temporary shop al deserto dei bandi. B bisogna ricordare che quando c’erano delle proposte serie e concrete qualcuno ha dormito o ha preferito darlo a tempo. E così siamo ancora al punto di partenza».