Imola non riparte, economia in stagnazione

L’osservatorio Cgil fornisce il quadro del circondario: Imola, Castel San Pietro e Medicina le realtà più colpite dalla mortalità aziendale

Molte delle imprese che hanno chiuso i battenti sono negozi e attività commerciali: - 71 nel solo 2016

Molte delle imprese che hanno chiuso i battenti sono negozi e attività commerciali: - 71 nel solo 2016

Imola, 30 maggio 2017 - È un bilancio in chiaroscuro quello relativo all’andamento dell’economia del circondario fotografato nel 2016 dall’osservatorio della Cgil di Imola. «La crisi è finita? Di sicuro non c’è una ripresa – esordisce Paolo Stefani, segretario generale del sindacato di via Emilia -. In questi anni si è toccato il fondo e ora il Paese è in stagnazione. A questo si accompagna poi una diminuzione dei redditi delle famiglie». Tuttavia «a livello macro-economico dell’intera città metropolitana si avverte qualche cenno di ripresa», considera Carlo Fontani, curatore del rapporto realizzato da Ires Emilia Romagna per conto della Camera del lavoro. Le imprese del circondario ancora attive a dicembre 2016 sono 10.893. Erano 11.016 l’anno precedente: 123 in più. Quindi, «nonostante il moderato ottimismo proveniente dalla lettura degli indicatori macro-economici della provincia – prosegue Fontani -, l’andamento demografico delle imprese conferma come, a distanza di dieci anni dall’inizio della crisi, siamo in una fase caratterizzata ancora da un’instabilità economica».

A livello territoriale, le perdite più consistenti si sono registrate nei comuni di Castel San Pietro (-41 aziende), Medicina (-34 unità) e Imola (-22 imprese). Invece, gli unici comuni che registrano un aumento di aziende sono Fontanelice, Castel del Rio e Dozza. Dal punto di vista settoriale, si nota che molte delle imprese che hanno chiuso i battenti nel 2016 facevano parte del commercio (-71), mentre si conferma il processo di ristrutturazione in agricoltura, che continua a razionalizzare, accentrandole, il numero di imprese. Tale processo vede una perdita di 54 aziende: tuttavia, le imprese agricole continuano ad avere un peso importante a livello circondariale.

Registra un calo anche il settore delle costruzioni (-15). Segno positivo per l’industria, che nel 2016 conta 1.293 imprese, 9 in più rispetto al 2015. Per il territorio del circondario si conferma inoltre il forte peso dell’imprenditoria individuale che da sola copre il 60% dell’intero tessuto economico. Ancora basso, invece, il peso dell’imprenditoria straniera (7,6%), mentre quella femminile corrisponde al 20% delle realtà aziendali di tutto il circondario. Poi c’è il dato relativo all’occupazione. «Secondo l’ultima rilevazione, i disoccupati nel territorio del circondario sono poco meno di 8mila», riprende Stefani. Si tratta di un dato in lieve flessione, in quanto a dicembre 2015 (il dato a fine 2016 non è ancora disponibile) si registra un recupero di 301 addetti. Secondo i dati forniti dall’osservatorio Cgil, nel 2016 si assiste a una brusca frenata nell’attivazione di nuovi contratti di lavoro, con una diminuzione del 5,2%, inversione spiegata dal crollo delle attivazioni di nuovi contratti a tempo indeterminato (-25,7%).

«L’esplosione dei nuovi contratti nel 2015 – spiega Fontani – era stata favorita dalla decontribuzione per le assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato. Ma questo andamento si è bloccato nel 2016». Tornano così ad aumentare, mette in luce la Cgil, i contratti di apprendistato, di formazione e di somministrazione, mentre il contratto a tempo determinato risulta la modalità prevalente di reclutamento al lavoro.