Edilizia, mille posti persi da inizio crisi Sparite quasi il 40% delle imprese

Galasso (Feneal Uil): «Un dramma. Avanti con l’anticipo pensionistico» I lavoratori calano dai 2.111 del 2007 agli attuali 1.062, le aziende scendono da 379 a 232

Il settore edile segna pesantemente il passo: in dieci anni sono stati persi oltre mille posti nel circondario

Il settore edile segna pesantemente il passo: in dieci anni sono stati persi oltre mille posti nel circondario

Imola, 30 maggio 2017 - Numero di operai dimezzato (da 2.111 a 1.062) e quello delle imprese ridotto di quasi il 40% (da 379 a 232 unità): gli effetti di nove anni di crisi sul settore edile sono devastanti anche per il territorio imolese. In meno di due lustri, a livello dei dieci comuni, nel solo sistema industriale si sono persi infatti quasi 300 posti di lavoro: dai 444 del 2007 si è passati ai 178 del 2016 (-63%). Diminuite, pur se in maniera meno evidente, anche le realtà produttive: erano 47, oggi ci si ferma a 34 (-27,67%). Nel sistema artigiano, i lavoratori sono scesi invece da 1.293 a 702 (-45,71%); le imprese da 328 a 195 unità (-40,55%). Ecco infine il comparto della cooperazione edile, ancora sconvolto dal crac Cesi: prima della crisi annoverava al suo interno 4 imprese (oggi sono solo 3) per un totale di 324 lavoratori, scesi nell’ultima rilevazione a 182. A livello assoluto, nel 2007 il circondario contava nell’edilizia 2.111 addetti e 379 imprese attive in questo settore.

Gli ultimi dati disponibili, aggiornati a fine 2016, parlano invece di 1.062 lavoratori (-49,7%) e 232 imprese (-38,79%). «E’ un dramma – ammette Riccardo Galasso, segretario della Feneal Uil di Bologna, che ha curato l’analisi –. Un’emorragia per la quale non si riescono a trovare soluzioni. Gli ammortizzatori sociali sono finiti, non si riesce a fare riconversione professionale e siamo ancora lontani dal rioccupare anche solo un pezzettino di quella manodopera attiva nel 2007». In tal senso, l’unica prospettiva per fare posto a nuova forza lavoro pare essere rappresentata dall’uscita dal mercato del lavoro di quanti hanno i requisiti o si avvicinano all’età giusta per farlo. «L’anticipo pensionistico deve essere una prima valvola sfogo – spiega Galasso –, ma così com’è non funziona. Stante l’attuale legislazione, ne beneficerebbero solo 883 edili in tutta Italia. Un disastro. Bisogna porre rimedio modificando la norma e investendo sul futuro delle persone accompagnando più lavoratori possibili verso la pensione per rinfrescare e riqualificare il settore».

Ed è in questa ottica che la Uil a Imola ha deciso di essere presente aprendo, a sabato mattina alterni (3 giugno, 17 giugno e 1 luglio), gli uffici di via Fratella Bandiera ai lavoratori con l’obiettivo di «dare risposte a tutti gli addetti del settore edile per vedere se ci sono le condizioni per accompagnarli verso la pensione – prosegue Galasso – e anche informarli sulle azioni di riqualificazione che stiamo attivando attraverso il sistema della formazione». In più, «abbiamo rinnovato assieme a Cgil e Cisl – ricorda il sindacalista Uil – il protocollo anti-crisi che permette al lavoratore licenziato da meno di sei mesi, e che frequenta un corso, di vedersi riconosciuti 40 euro per un massimo di dieci giorni di formazione. E in più potrà accedere comunque alla mutualità del sistema bilaterale delle casse edili. E’ grave però – conclude Galasso – che il sistema della cooperazione non abbia ancora aderito al rinnovo del contratto provinciale al cui interno c’è questo protocollo anti-crisi».