Mercatone Uno, si è dimesso il direttore generale

Italo Soncini lascia per «motivi strettamente personali». Era in carica dal giugno del 2015

Italo Soncini: si è dimesso dall’incarico di direttore generale del Mercatone Uno

Italo Soncini: si è dimesso dall’incarico di direttore generale del Mercatone Uno

Imola, 13 settembre 2016 – Novità in casa Mercatone Uno. Italo Soncini nei giorni scorsi ha lasciato l’incarico di direttore generale. Le dimissioni sarebbero legate a «motivi strettamente personali»: è la sola dichiarazione che rilascia l’ormai ex manager del gruppo in amministrazione straordinaria dal 7 aprile 2015. Poco dopo, il 3 giugno, la terna commissariale composta da Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari aveva risolto ogni rapporto di lavoro in essere con l’allora amministratore delegato Pierluigi Bernasconi e nominato al suo posto Soncini. Una decisione che rientrava «nell’ambito del processo di riassetto aziendale e di salvaguardia dei livelli occupazionali avviato il 7 aprile», avevano dichiarato i tre commissari all’indomani del cambio al vertice del gruppo.

Soncini dal 2010 al 2014 era stato amministratore delegato del gruppo Ivri (Istituti di vigilanza riuniti d’Italia). In precedenza, dal 2007 al 2010, ha ricoperto la funzione di direttore generale Angelo Costa Etve, chief financial officer del Gruppo Angelo Costa e amministratore delegato di Isi Insurance. L’arrivo del manager in Mercatone Uno era in parte in linea con le richieste dei sindacati che più volte avevano sollecitato i commissari nel dare un segnale di discontinuità rispetto al passato, cambiando i manager del gruppo.

Ma ora la notizia delle dimissioni genera quantomeno qualche perplessità. Anche perché arriva all’indomani della scadenza del bando internazionale per la vendita dell’intero complesso aziendale che non ha visto concretizzarsi alcuna offerta d’acquisto e che ha portato i tre commissari a decidere di emettere in ottobre un nuovo bando caratterizzato da condizioni di maggiore flessibilità. L’intero complesso aziendale, valutato 280 milioni di euro, comprendeva infatti i 79 punti vendita in tutta Italia più i dipendenti. Ma sul tavolo dei commissari sono giunte solo diverse manifestazioni di interesse non vincolanti e che ora si spera di tradurre in offerte concrete.

L’acquisto di tutti i 79 negozi più i dipendenti sarebbe indubbiamente molto impegnativo, per cui è probabile che una delle strade al vaglio dei commissari sia quella dello ‘spacchettamento’ del complesso. E ora sullo sfondo, nonostante la continuità aziendale sia garantita dalla terna commissariale, si aggiungono le dimissioni del direttore generale.