Imola, sos agricoltura. "Le polizze assicurative non ci coprono"

Il presidente della Cia, Giordano Zambrini, punta il dito anche sulle agenzie regionali di erogazione degli aiuti: "Non mantengono gli impegni presi"

Il presidente della Cia, Giordano Zambrini, ha lanciato l’sos per le aziende agricole del territorio

Il presidente della Cia, Giordano Zambrini, ha lanciato l’sos per le aziende agricole del territorio

Imola, 6 giugno 2017 - A breve saranno passati due mesi dalla grandinata pasquale (FOTO). Una gragnola che ancora oggi, all’inizio di una campagna estiva che si annuncia drammatica, mette a dura prova la sopravvivenza di molte aziende del circondario. Così, la Cia di Imola, insieme con quella di Ferrara, denuncia nuovamente la questione del modello assicurativo, che «non è più in grado di rispondere alle esigenze dei campi, disincentivando gli agricoltori alla sottoscrizione della polizza - commenta il presidente Giordano Zambrini -. Il modello a disposizione obbliga le aziende ad accettare pacchetti già confezionati che non danno la possibilità di scegliere da quale evento climatico potersi difendere. La burocrazia ha poi complicato le richieste, mentre i tempi sono lunghissimi».

Per il numero uno della Cia, inoltre, «Agea e Agrea, le agenzie per le erogazioni in agricoltura, non riescono a rispondere agli impegni presi». Poi arriva la stilettata alle colleghe associazioni di categoria: «L’unità del mondo agricolo è necessaria per difenderne gli interessi economici. All’indomani della grandinata – denuncia -, ci siamo resi promotori di una cabina di regia, ma ognuno tende ad andare per conto proprio». Una stoccata in particolare nei confronti della Coldiretti, che proprio nei giorni scorsi aveva preso posizione contro la ciclabile tra Mordano e Castel del Rio, chiedendo uno studio dell’impatto economico dell’opera. «Si tratta di un progetto che ha un valore per questo territorio – va avanti Zambrini -, ma la Coldiretti è andata per conto suo creando allarmismo».

La Cia non lesina stilettate nemmeno alla politica. «Occorre la sensibilità della forze politiche sulla valorizzazione del tessuto agricolo che purtroppo non riusciamo a cogliere. Siamo a ribadire la necessità di un intervento delle nostre istituzioni locali, in primis del Circondario, per sensibilizzare il ministro dell’Agricoltura sulla necessità di trovare soluzioni che diano respiro alle aziende». Tuttavia, bisogna registrare che all’incontro di ieri promosso dall’associazione, il Circondario era proprio il grande assente. C’erano invece l’assessore all’Agricoltura di Imola e gli onorevoli Daniele Montroni (Pd) e Mara Mucci (Ci). C’è di più. Zambrini definisce «un’arma a doppio taglio» il tentativo – naufragato - di piazzare sugli scaffali della Gdo locale il prodotto grandinato. «Vendere qualche decina di quintale di albicocche (tanto erano disposti ad acquistare i supermercati, ndr) non risolve la situazione. Era più intelligente fare pressione con l’industria di trasformazione al fine di strappare prezzi più vantaggiosi. Serviva una più stretta collaborazione tra organizzazioni. Ma le cooperative sono ormai un punto di debolezza perché funzionano male». Fatto sta che in questi giorni l’industria è arrivata a pagare un chilo di albicocche grandinate 4 centesimi.