Imola, vendemmia al via con dieci giorni d’anticipo

Le alte temperature dell’estate accompagnate dalla grandine a Pasqua e dalla siccità invernale rendono scarso il raccolto. Il calo di produzione si attesta sul 15-20%

La produttrice Silvia Manzoni, responsabile del settore vitivinicoltura per Confagricoltura

La produttrice Silvia Manzoni, responsabile del settore vitivinicoltura per Confagricoltura

Imola, 8 agosto 2017 - È iniziata con 10 giorni di anticipo, la vendemmia nell’Imolese. Eccola qui l’ultima tegola che si abbatte sull’agricoltura. Dopo un inverno siccitoso, la grandine dei mesi scorsi e le temperature roventi di questi giorni, il conto che ora si presenta sui campi è salato. Tra i vitigni, si prevede infatti un forte calo produttivo (e un aumento dei costi di irrigazione) dovuto alle avverse condizioni climatiche che da inizio anno sono un susseguirsi. Lunedì mattina è partita la raccolta delle uve per le basi di spumante (Chardonnay e Pinot). Dopo Ferragosto (ma sempre in anticipo sulla tabella di marcia) toccherà alle uve per i vini bianchi fermi, Pignoletto e Albana di Romagna. Per finire i rossi: Sangiovese, Merlot e Cabernet.

Non nasconde le sue preoccupazioni Silvia Manzoni, produttrice imolese e responsabile vitivinicolo di Confagricoltura Bologna: «La vendemmia è anticipata, siamo molto preoccupati per il previsto calo produttivo dovuto alle condizioni meteorologiche che si sono abbattute dall’inizio dell’anno, come grandinate, gelate e siccità. In particolare, la viticoltura di collina su terreni non irrigui sconterà gli effetti del clima torrido e della mancanza di escursione termica». Non finisce qui. «Ci sarà poi un grave aumento dei costi di irrigazione per i vignaioli di pianura – va avanti la Manzoni -, costretti ad aprire i rubinetti già a inizio giugno». L’azienda agricola Branchini a Toscanella prevede un calo di produzione del «15%-20%, nonostante l’irrigazione non sia mai mancata grazie al pozzo e a un impianto a goccia», fa sapere il titolare Marco Branchini.

L’azienda coltiva uve Sangiovese, Albana e Pignoletto su una superficie di 22 ettari. «Cominceremo a vendemmiare subito dopo Ferragosto le uve Chardonnay. Poi seguiranno quelle rosse. Oggi, rispetto al passato, bisogna porre maggiore attenzione alla produzione sia in termini di qualità che di quantità, per avere la sicurezza di una rendita a fine anno – sostiene -. Sono lievitati i costi di produzione, mentre la burocrazia sta uccidendo il settore». L’azienda Tramosasso di Borgo Tossignano ha invece Trebbiano, Chardonnay, Albana, Sauvignon, Sangiovese, Merlot, Cabernet, Malbo Gentile. «L’annata è partita male dopo un inverno senza neve e i mesi di febbraio e marzo con temperature troppo alte, di certo non il clima ideale per la pianta nella fase che precede il germoglio. Quindi i grappoli si sono sviluppati poco – dichiara Marco Foschi -. Il nostro vigneto ha subito i danni della grandinata, della siccità, delle ondate di calore, nonostante sia stato possibile irrigare grazie al bacino aziendale e all’impianto a goccia». Anche in questo caso le stime di produzione sono in drastico calo: «Per il Trebbiano prevediamo -50%, per lo Chardonnay -40%, per l’Albana -15%. Tra i rossi, temiamo un calo importante nel Sangiovese del 20-30%».