Profughi, Trama di Terre e Caritas spingono per un salto di qualità

Emergenza sbarchi: «Abbiamo i numeri perché anche a Imola sia costituito uno Sprar»

Profughi al Piratello  (Foto Isolapress)

Profughi al Piratello (Foto Isolapress)

Imola, 3 marzo 2015 - Aprire un Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) anche a Imola. A proporlo è la presidente dell’associazione Trama di terre, Tiziana Dal Pra che, insieme con Caritas, è stata impegnata fin dal primo momento nella gestione dell’emergenza profughi dell’operazione Mare nostrum. Trama e Caritas, dall’aprile dell’anno scorso, hanno avuto in affidamento diretto dalla Prefettura la gestione di cinque profughi ciascuno (donne ai primi, uomini ai secondi) e la convenzione scadrà a giugno.

L’affidamento diretto, però, sarà superato a breve. Entro il mese infatti il ministero dell’Interno pubblicherà un apposito bando rivolto a privati, associazioni e cooperative per selezionare i soggetti intenzionati a ospitare in strutture già disponibili un determinato numero di stranieri in arrivo sulle coste del Sud Italia. E la graduatoria che ne seguirà sarà quella in base alla quale verranno fatte le nuove assegnazioni. «Pensiamo di partecipare anche noi con i sei posti all’ostello del Piratello che avevamo già messo a disposizione – spiega Luca Gabbi, direttore Caritas Imola –. Dall’inizio dell’accoglienza abbiamo ospitato otto uomini: tre di loro se ne sono andati quasi subito alla volta della Francia, gli altri sono rimasti da noi e due di questi lavorano già».

Stesso passaggio tramite bando dovrà essere effettuato anche da Trama di Terre che, in un appartamento in zona Andrea Costa, è arrivata a ospitare sette donne più neonati. «Anche noi abbiamo avuto degli arrivi e delle partenze, ma al momento siamo al completo – spiega Dal Pra –. Tra l’altro non si è trattato di un’accoglienza semplice viste le due gravidanze, una delle quali terminata intorno al sesto mese. Il bambino sta bene, ma occuparsi di un neonato di appena 1,4 chili non è cosa semplice». Trama punta ad alzare l’asticella dell’accoglienza, con nuovi posti. «Abbiamo ragionato di poter arrivare a 10-12 posti utilizzando un altro appartamento di cui disponiamo già – continua Dal Pra –. Continueremo a lavorare sull’accoglienza di donne con minori e, in stretta collaborazione con Caritas, ai ricongiungimenti familiari».

«Il tema, però, è un altro: con il livello di assistenza che diamo e il lavoro di inserimento nel territorio, Imola avrebbe i numeri per diventare uno Sprar – continua Dal Pra –. Si lavora su piccoli numeri, l’impatto sul territorio non è invasivo e ci si occupa di persone che hanno già ottenuto lo status di rifugiato o richiedente asilo con progetti di sei mesi di durata». Dall’amministrazione, tramite il vicesindaco Roberto Visani, arriva «condivisione sulle motivazioni che portano alla richiesta di diventare Sprar, ma è un tema che va affrontato a livello metropolitano, tenendo conto degli appositi bandi ministeriali che mi risultano a cadenza annuale».