L'ex vigile Cavina: "Io indagato senza colpa, la Finanza ha sbagliato"

Chiesta la riapertura del fascicolo

L'ex vigile Giorgio Cavina

L'ex vigile Giorgio Cavina

Imola, 20 luglio 2014 - Possibile che chi conduceva le indagini non vedesse il disegno di fondo, volto a demolire l’immagine dell’ispettore di polizia municipale a capo del controllo abusi edilizi? Da qui, da questa domanda di base parte la richiesta di Giorgio Cavina, ex ispettore della Municipale di Imola, di riaprire le indagini sul finanziere che, a sua volta, lo aveva indagato per anni senza trovare elementi che portassero a un rinvio a giudizio. Anni nei quali, però, Cavina ha perso il lavoro — si era licenziato dopo l’invito non scritto del suo ufficio a farsi da parte, in altro ruolo — e accumulato una serie di problemi di salute per il grande stress subito.

La vicenda parte da lontano. L’ex ispettore era finito al centro di un’indagine per abuso d’ufficio, ma non solo, iniziata nel 2004 e andata avanti sette anni (l’ipotesi a suo carico è stata archiviata nel 2011), a seguito di un esposto presentato da Angelo Applauso. Alla sbarra è finito però proprio quest’ultimo (condannato a un anno e 4 mesi) visto che, dopo la chiusura delle indagini, Cavina lo aveva querelato per calunnia. Così aveva fatto anche con l’architetto Sergio Monducci (un altro dei denuncianti), per il quale però erano arrivate la prescrizione (per i fatti del 2004) e l’assoluzione (per quelli del 2005). Il problema però è che le iniziali denunce di Applauso e Monducci sono costate a Cavina anni di indagine in cui la polizia giudiziaria era arrivata a ipotizzare a suo carico oltre venti reati distinti. Tutti finiti debitamente in archivio non appena arrivati sul tavolo del pubblico ministero e del giudice per le indagini preliminari. Ma allora, perché quelle indagini sono durate tanto? «Abbiamo sempre lamentato la lunghezza delle indagini partite da quelle due denunce — spiega Gabriele Bordoni, legale di Cavina —, ma crediamo che ci siano delle evidenti mancanze nelle indagini condotte dalla Finanza su Cavina, tanto che ne nascono relazioni monocorde e a senso unico nelle quali ogni elemento viene letto ed enfatizzato quando non manipolato». 

L’esposto per calunnia di Cavina contro il finanziere era già stato archiviato, ma ora l’ex ispettore chiede che vengano riaperte le indagini alla luce delle sentenze a carico di Applauso e Monducci, e degli elementi emersi nei processi. «L’indagine verso Cavina sarebbe stata evitata se solo si fossero esaminate le carte del suo ufficio — continua Bordoni —, rilevando che Cavina aveva compiuto per tempo tutti gli atti della cui pretesa omissione lo si accusava». Per l’avvocato, quindi «oltre al profilo umano, è interessante capire se l’opera demolitica di Cavina rispondeva a logiche perverse tese a eliminare chi da sempre era stato irreprensibile, rilevando ogni anomalia edificatoria».