Inferriata divelta, cassaforte sventrata: bottino di mezzo milione di euro

Razziata sabato sera l’abitazione di un medico in Pedagna, mentre la famiglia era fuori a cena. Spariti orologi e gioielli

Pier Luigi Piersanti

Pier Luigi Piersanti

Imola, 6 maggio 2015 - LE CARTE in regola per diventare il colpo dell’anno ci sono. Basti pensare che il valore del bottino denunciato in commissariato a Imola sarebbe di 500mila euro. A essere presa di mira non un’azienda, bensì un’abitazione privata. «Quando siamo rientrati, la casa sembrava un cantiere di muratori. I ladri hanno letteralmente sventrato la cassaforte dal muro per poi segarla. All’interno c’erano orologi, contanti, oggetti preziosi». A raccontare la brutta esperienza, avvenuta sabato scorso, è Pier Luigi Piersanti, medico imolese con un ambulatorio in Pedagna. Quartiere dove vive con moglie e figlio.

I ladri sarebbero entrati in azione tra le 21.15 e le 23 in via Pio La Torre. «Siamo usciti per cenare al ristorante – prosegue il medico –, quando verso le 23 ricevo una telefonata da un vicino che mi dice di sentire dei rumori provenire dalla mia abitazione». Precipitatosi a casa, Piersanti spiega di aver trovato le stanze a soqquadro: «Hanno divelto le inferriate per entrare dalla finestra e per quasi un’ora agito indisturbati per aprire la cassaforte».

Probabilmente i malviventi sapevano della sua passione per gli orologi: «Avevo qualche Rolex, un pezzo d’epoca che solo quello vale 60mila euro, liquidi e preziosi. Come se non bastasse, i ladri sono saliti in camera da letto, svuotando gli armadi e portando via i gioielli di mia moglie».

Prima però avrebbero fatto visita all’appartamento del figlio, al piano terra della villetta bifamiliare, priva di un sistema d’allarme, ma con inferriate ovunque. «Hanno rubato i risparmi di uno studente universitario, circa 2mila euro, svaligiato casa e mangiato in cucina». Un vero e proprio banchetto con tanto di bottiglie di vino aperte sul momento.

«Qualche vicino afferma di aver visto quattro persone fuggire verso i campi»: e proprio tra quei campi e l’abitazione i furfanti avrebbero lasciato i segni del loro passaggio: vestiti e custodie (vuote) di orologi. «Ho subito denunciato il fatto in commissariato e poi ricevuto la visita della Scientifica per rilevare eventuali impronte, di più non so. Se non che la legge italiana – dice rassegnato – non garantisce la certezza della pena. Questo purtroppo lo sanno anche le forze dell’ordine. Una tale sensazione di solitudine non l’avevo mai provata, nemmeno quando, 15 anni fa, avevo subito un altro furto». Anche in quella occasione il bottino fu notevole: due auto, un cellulare e la borsetta della moglie con dentro contanti e carte di credito.

Ma lo sfogo di Piersanti (che ora attende la valutazione dei danni alla casa) non finisce qui: «Praticamente devo ricominciare da zero visto che in quella cassaforte tenevo quasi tutto. Mi sento denudato, colpito nell’intimità e non oso pensare se in casa ci fosse stato mio figlio da solo».