Spese pazze, Pariani scrive a Morandi. E Gianni risponde

Il cantante criticò i consiglieri. "Io assolta, ora voglio delle scuse"

Il cantante Gianni Morandi (Foto Barbaglia)

Il cantante Gianni Morandi (Foto Barbaglia)

Imola (Bologna), 30 novembre 2015 - «Quando prendi la parola e hai una spada di Damocle sulla testa come un’inchiesta ne va della tua credibilità». Lo aveva detto pochi giorni fa Anna Pariani, ex consigliera regionale Pd, dopo l’assoluzione con formula piena dall’accusa di aver usato per scopi personali i fondi a disposizione dei gruppi in Regione. E oggi, forse proprio in virtù di quella credibilità ristabilita dopo l’inchiesta sulle ‘spese pazze’, Pariani si è sfogata sui social network con una lettera indirizzata a Gianni Morandi e postata sulla bacheca dell’artista.

Lui che, nel novembre 2014, pochi giorni dopo le elezioni regionali e il boom dell’astensione, aveva confessato alla Stampa di non essere andato a votare. «Un mese prima delle elezioni è successo lo scandalo in Regione – dichiarava riferendosi all’inchiesta –. Sembrava che a casa nostra non succedessero queste cose, invece anche loro alla fine hanno messo le mani nella marmellata». Un giudizio impietoso, secondo Pariani «rilanciata in Rete più volte nei mesi» e che adesso, alla luce dell’assoluzione, l’ha convinta a «mettere dei punti fermi su questa vicenda».

Anche se dall’altra parte c’è Morandi, un idolo delle masse, quelle stesse masse che non andarono a votare. «Tu per me sei stato un mito e per questo mi ha fatto molto male leggere che a causa mia non sei andato a votare alle elezioni regionali in Emilia-Romagna un anno fa», scrive Pariani sul suo profilo Facebook. Lei che da bambina «cantava Bella Belinda a quattro anni davanti allo specchio vestita a festa, che come te da ragazza e poi da donna ho diffuso l’Unità» e che crede ancora che «c’è un grande prato verde dove nascono speranze». Pariani ripercorre la vicenda, con il proscioglimento di Bonaccini, l’archiviazione per altri colleghi, l’assoluzione sua e di altri, e tira fuori anche l’assoluzione di Errani in Cassazione. Perché «da una persona in gamba come te mi aspettavo una riflessione che andasse un po’ più in là del son tutti uguali e ora mi aspetto qualche scusa perché io non sono uguale a ‘er Batman’».

E mentre sul profilo dell’ex consigliera regionale fioccavano i ‘mi piace’ (tra i quali quello dellla parlamentare imolese ex M5S Mara Mucci), nel giro di poco è arrivato il mea culpa proprio di Morandi, sempre sul suo profilo pubblico. E si può dire che Pariani abbia vinto la sua battaglia. «Cara Anna – ha esordito il cantante – mi rallegro con te per la totale estraneità alle ‘spese pazze’. I giudici ti hanno dato ragione e sono felice per te. Immagino il peso che avrai avuto nel cuore in tutto questo tempo, dove venivi accusata e sapevi di essere innocente. Ho riletto la mia intervista. Può capitare in un momento di delusione, derivato da quello che si leggeva sui giornali, di diventare un po’ qualunquisti e di fare di tutta un’erba un fascio». Ora però Morandi si pente. «Mi dispiace, Anna, tu credevi nella politica e ti eri messa al servizio della comunità, mentre io vi pensavo inetti e corrotti. E per la prima volta non andai a votare. Oggi ti chiedo umilmente scusa. Sono contento che ci siano ancora persone oneste come te, che fanno politica e non pensano solo a se stessi».