La grandine presenta il conto: «Coltivazioni devastate, valutare la calamità naturale»

Coldiretti lancia l’allarme. Poggio tra i più colpiti

Le conseguenze della grandinata (Foto Isolapress)

Le conseguenze della grandinata (Foto Isolapress)

Imola, 22 giugno 2015 - Passata  la tempesta, inizia la conta dei danni. Dopo la grandinata di sabato pomeriggio, la Coldiretti Emilia-Romagna è già al lavoro per censire i danni subiti dagli agricoltori, per valutare se ci sono gli estremi per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Tra le zone più colpite, proprio la campagna di castel San Pietro, in particolare Poggio, ma anche i comuni di Medicina e Budrio. In particolare, segnala la Coldiretti, «nella zona di Poggio è caduta tanta grandine da imbiancare il terreno al pari di una nevicata – riferisce l’associazione –. Nei tre comuni sono state danneggiate pesantemente le colture di patate, cipolle, seminativi e orticole. Si tratta di un pesante colpo per produzioni caratteristiche di queste zone, come patate e cipolle, per alcune orticole (insalata, zucchine) e per il grano che era prossimo alla mietitura». Ma a questi vanni aggiunti anche gli ettari di albicocche e vigne devastate dalla grandine. Danni a frutteti, vigneti e mais hanno contraddistinto, secondo Coldiretti, il Ravennate, soprattutto i comuni di Lugo, Conselice e la vallata del Senio.

Coldiretti ricorda che «la grandine è l’avversità climatica più temuta dagli agricoltori in questa stagione perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni vanificando il lavoro di un intero anno, con pesanti ripercussioni sul reddito delle aziende, sull’economia e l’occupazione di interi territori». Mentre l’associazione continua il monitoraggio delle aziende, è dal palazzo comunale ad arrivare un primo richiamo a fare tutti di più. «Purtroppo è ancora molto accentuato il problema delle assicurazioni – riferisce Anna Rita Muzzarelli, assessore all’Agricoltura a Castel San Pietro –. Ho verificato di persona che diversi agricoltori non hanno sottoscritto alcuna polizza dopo annate disastrose come il 2014 in termini di prezzo dei prodotti». Prezzi di vendita costretti dal sistema a essere troppo bassi e ricavi risicatissimi avrebbero inciso, quindi, nella mancata sottoscrizione di polizze che in momenti come questo, dove i grani sono vicini alla raccolta, avrebbero potuto coprire in qualche modo la perdita di produzione dettata dal maltempo. «Come amministrazione comunale abbiamo già esentato tutti gli agricoltori dal pagamento dell’Imu, quindi non so cosa il Comune potrebbe fare in più per il settore – analizza Muzzarelli –, ma credo che, insieme con le associazioni di categoria, dovremmo farci promotori di una campagna informativa sulle assicurazioni in campo agricolo. Ritengo che, in diversi casi, non ci sia una piena conoscenza del meccanismo e che la gente non sappia che esiste un fondo nazionale per l’abbattimento dei loro costi».