Cinque mesi per la corrente: pasticceria in stallo

L’impresa a ostacoli di Fabiola, 24 anni

Fabiola Valsania, 24 anni, ha deciso di trasferire la sua attività dal Piemonte a Toscanella

Fabiola Valsania, 24 anni, ha deciso di trasferire la sua attività dal Piemonte a Toscanella

Imola, 25 luglio 2015 - Largo ai giovani perché tanto, a frenare il loro dinamismo, ci penseranno la burocrazia e le informazioni imprecise. Come nel caso di Fabiola Valsania, 24 anni, arrivata dal Piemonte a Toscanella di Dozza intenzionata a proseguire la sua attività di pasticciera. Ma dopo cinque mesi, trovato un locale, fatti i lavori e piazzato i macchinari, non può ancora aprire i battenti perché le manca la luce. «No, non mi manca il lume della ragione, cosa che sarebbe possibile vista la mia idea di intraprendere un’attività in questo momento di crisi, né una luce dettata da qualche cammino spirituale indefinito – ironizza –, bensì il potenziamento dell’energia elettrica necessaria ad azionare il mio forno e la macchina del caffè della mia futura pasticceria americana e caffetteria take-away». Choosy Sweet Factory l’attività di Fabiola che punta su biologico e vegano, doveva aprire i battenti a primavera in via Emilia 12 a Toscanella. Ma per come si sono messe le cose, del taglio del nastro non si parlerà prima del 14 settembre. La richiesta di potenziamento dell’impianto Fabiola l’ha presentata a Hera ad aprile e a voce («perché farsi stampare qualcosa pare un’impresa biblica tra computer che non funzionano, email che non arrivano e call center che ogni volta forniscono informazioni differenti») le viene detto che l’intervento sarà eseguito nel giro di «qualche giorno» dall’accettazione del preventivo. Ma le cose non vanno così. Dopo il sopralluogo del tecnico del 6 maggio, il preventivo non arriva. Passano settimane, tra chiamate di Fabiola al call center, fino a quando lei non si presenta allo sportello, scoprendo che il preventivo era in database solo dal 9 giugno. Lo firma e, sempre a voce, le vengono detti i tempi dell’intervento: «Qualche giorno, al massimo 20». Ma a metà luglio, dopo telefonate e un’altra ‘gita’ all’ufficio, «viene fuori che non mi erano state stampate le condizioni d’accettazione – dice –: 20 giorni sono il minimo per i lavori e possono volercene anche 60 in caso di lavoro complesso».

«Comprendiamo il disagio della titolare – fa sapere Hera –, per questo abbiamo già provveduto a richiedere al gestore della rete la possibilità di intervenire rapidamente. Al distributore però, per richieste complesse in cui è necessario intervenire sulla rete di media tensione, la normativa concede 60 giorni lavorativi di tempo. A questi si aggiungono i 20 lavorativi concessi sempre al distributore per il preventivo. In questo iter l’invio del preventivo da parte di Hera ha subito un ritardo e di questo ci scusiamo. Assicuriamo anche che la segnalazione della titolare ci è senza dubbio utile per migliorare la comunicazione sulla tempistica effettiva di preventivazione ed esecuzione di lavori».