Manovra e fisco, Santi: "Così uccidono le Fondazioni"

"Se Renzi prosegue su questa strada, dovremo interrompere le erogazioni"

Imola: Sergio Santi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio (Foto Isolapress)

Imola: Sergio Santi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio (Foto Isolapress)

Imola (Bologna), 22 ottobre 2014 - Nonostante la manovra varata dal Governo Renzi sia «eccezionale, una delle migliori degli ultimi anni sulle misure per economia, famiglie e lavoro», l’annunciato aumento della pressione fiscale per le fondazioni bancarie è un atto di «sciacallaggio». Impugna la sciabola, Sergio Santi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, indispettito dai provvedimenti annunciati dall’esecutivo tra le pieghe della finanziaria. «Si discute di prelievo forzoso – ricorda il numero uno di Palazzo Sersanti –. Per noi sarebbe di 1,6 milioni di euro e manderebbe a farsi benedire le erogazioni, proprio quest’anno che prevedevamo di aumentarle a quattro milioni. E di certo non si può dire che questa Fondazione non sia fortemente permeata nel suo territorio». In effetti, solo nel 2014 ha erogato nell’Imolese circa 3,8 milioni attraverso una lunga serie di interventi che hanno abbracciato tutti i campi del sociale. E tra i risultati raggiunti nel recente passato, lo stesso Santi ricorda la costruzione di Casa Alzheimer, della struttura ‘Dopo di noi’ per le famiglie con disabili, le tante misure per il diritto allo studio e il sostegno alle tante associazioni di volontariato imolesi aiutate «con qualcosa che va al di là della semplice erogazione» di fondi. Ma evidentemente non tutte le Fondazioni italiane si comportano in maniera tanto virtuosa.

«Noi non abbiamo niente a che fare con il risiko bancario», manda a dire Santi. Che presenta il conto: «Dai 700mila euro di tasse pagate nel 2010, rischiamo adesso di dover versare quasi tre milioni». Questo nonostante realtà come quella di Palazzo Sersanti ormai agiscano «in surroga a quello che dovrebbe fare lo Stato», ribadisce il presidente della Fondazione, dicendosi sicuro che «con due milioni in più» a disposizione «rivolteremmo questa città come un calzino». E così, in attesa di conoscere le prossime mosse del Governo («sono andato sul sito del ministero ma non ho capito nulla, è scritto in politichese»), Santi ricorda come la «preoccupazione forte» sia condivisa anche dal presidente nazionale dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, arrivato a ipotizzare la scomparsa delle fondazioni bancarie «in uno o due anni» se il premier Renzi decidesse di continuare a percorrere la strada intrapresa.

Ma sulla linea della protesta «c’è il sostegno dei sindaci», fa sapere Santi. Compreso quello del primo cittadino imolese, Daniele Manca, perché «i nostri buoni rapporti con l’amministrazione sono figli del comune vedere». E a margine della presentazione di una mostra sulle arti figurative in Romagna, il numero uno di Palazzo Sersanti chiude con una punta di ottimismo: «Penso che alla fine il buon senso prevarrà. Sono ancora fiducioso e convinto che il prossimo anno potremo presentare tanti altri appuntamenti come questo».