Mercatone Uno, l’allarme: “Già a casa 70 dell’indotto”

Sono dipendenti che fornivano servizi amministrativi. La Uil: “Tavolo unico e assemblea“

La sede principale del Mercatone Uno

La sede principale del Mercatone Uno

Imola, 24 gennaio 2015 - La crisi di Mercatone Uno si allarga. Oltre ai 3.700 lavoratori dei 79 punti vendita in tutta Italia messi in solidarietà, ci sono altre 70 persone “già effettivamente a casa”, in cassa integrazione in deroga a zero ore dal 15 gennaio scorso, per cinque mesi.

A dirlo è Carmelo Massari della Uiltucs-Uil, a margine dell’assemblea di ieri con i lavoratori del quartier generale del gruppo a Imola. Questi 70 lavoratori sono dipendenti di aziende collegate che fornivano a Mercatone Uno i servizi amministrativi. Ed erano tutti occupati nella sede imolese. “Non c’erano tavoli di crisi aperti per queste aziende - spiega Massari - in generale, il gruppo non era altamente sindacalizzato. Non pensavamo che la situazione fosse così degenerata”.

Tra l’altro, aggiunge, “la cassa in deroga viene pagata con 8-9 mesi di ritardo”. I sindacati hanno deciso di partire con una serie di iniziative pubbliche, per far conoscere alle istituzioni e alla popolazione la situazione del Mercatone Uno. Per la prossima settimana, annuncia l’esponente Uil, sarà organizzata un’assemblea pubblica, che “sarà una prima occasione per incontrarci tutti e per sensibilizzare le istituzioni”. Subito dopo, partiranno richieste di incontri a Regione, Città metropolitana di Bologna e Comune di Imola.

Intanto, si rafforza il pressing sul ministero del Lavoro perché apra un tavolo di crisi a Roma, che riguardi anche queste 70 persone già a casa. “Non ci possono essere lavoratori di serie A e di serie B - afferma Massari - chiediamo che ci sia un ricongiungimento delle vertenze su un unico tavolo e che anche per questi 70 dipendenti si trovino soluzioni che evitino il disagio sociale”. (Fonte Dire)