Colpo di scena al Mercatone Uno: l’ex patron fa offerte per i negozi falliti

Cenni torna in pista. La sua società: lo facciamo per i lavoratori

Mercatone Uno (Isolapress)

Mercatone Uno (Isolapress)

Imola (Bologna), 14 maggio 2015 -  TORNA in pista Romano Cenni, storico patron del gruppo Mercatone Uno. O almeno, lo fa formalmente. Quarant’anni fa fu la sua Siel srl, con sede a Toscanella di Dozza (Bologna), a dare inizio al sogno imprenditoriale di elettrodomestici prima e mobili per tutte le tasche poi, che tempo dopo si sarebbe tradotto nelle note catene Mercatone Uno e Tre Stelle.

Oggi però, con sei società del gruppo Mercatone in amministrazione straordinaria speciale da aprile e la Tre Stelle dichiarata fallita a febbraio, è di nuovo la Siel a tornare protagonista: sua la manifestazione d’interesse per alcuni negozi indicata nel testo dell’accordo ministeriale che, in aprile, ha consentito ai sindacati di portare a casa 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per i 60 dipendenti in carico al fallimento Tre Stelle. Ma si tratta di una manifestazione d’interesse concreta o finalizzata a far ottenere gli ammortizzatori ai lavoratori della società con sette punti vendita in chiusura e uno ‘salvabile’ a Beinasco (Torino)? Il curatore fallimentare di Tre Stelle, Claudio Daniele Cialdai, nega che siano seguite ulteriori proposte economiche, ma con l’arrivo dei commissari governativi al gruppo Mercatone Uno si è tutto arenato: è possibile che l’amministrazione straordinaria venga estesa anche alla Tre Stelle già fallita.

DALLA SIEL, società in bonis presieduta dall’82enne Romano Cenni, per il 63% di proprietà della sua famiglia e che possiede il primo punto vendita della storia - il Mercatone di Toscanella - spiegano che continuano nello «sforzo volto principalmente alla tutela dei posti di lavoro e che in questo iniziale contesto c’era stata la manifestazione d’interesse non vincolante formulata al curatore di Tre Stelle», ma che con l’arrivo dei commissari governativi la società «è al momento prioritariamente concentrata a garantire continuità al punto vendita di Toscanella».

L’interessamento dell’azienda al punto vendita di Beinasco, però, è cosa nota tra gli addetti ai lavori tanto che in prospettiva il punto vendita torinese Tre Stelle sarebbe dovuto diventare un negozio Mercatone. Il dubbio verrà sciolto a breve perché i commissari di Mercatone hanno già comunicato che, domani, uscirà l’avviso per la ricerca di acquirenti per tutta l’attività aziendale con scadenza al 30 giugno, anche sul Financial Times. In ballo ci sarà la catena Mercatone che oggi conta 79 punti vendita (tranne Toscanella) e che ha accumulato oltre 400 milioni di euro di debito (700 considerando il debito infragruppo) e circa 3mila creditori.

Lunedì al ministero del Lavoro è stato sottoscritto l’accordo che garantisce a 3.071 lavoratori della M.Business - la società che detiene i negozi - di accedere alla cassa integrazione straordinaria. Dal ‘conto’ restano esclusi però i dipendenti delle altre cinque società, molti dei quali lavoratori della sede legale di Imola vista autostrada (su 238, solo una quarantina appartengono alla M.Business) e oltre 300 associati in partecipazione, ossia tutti i venditori di mobili che nei negozi lavoravano a provvigione. «Per questi lavoratori abbiamo già chiesto l’attivazione dei commissari con l’Inps per estendere anche a loro gli ammortizzatori – conferma Vincenzo Dell’Orefice, segretario nazionale Fisascat-Cisl -. Il 27, a Roma, affronteremo anche questo nodo».