Mondiali e F1, doppio sogno

Imola, 22 maggio 2015 - Non si può di certo dire che alla sinistra moderna facciano paura i privati, babàu di certa intellighenzia con l’eskimo che ancora oggi ci ammorba. Lo stesso vale per Daniele Manca: mi pare scontato che al sindaco piaccia la parola sussidiarietà, declinata nella più nobile delle sue accezioni. Leggi così: se un ente inferiore può svolgere bene un compito, l’ente superiore non deve intervenire, ma può – anzi – sostenerlo. Proprio per questo i due sogni (proibiti? realizzabili?) di cui raccontiamo a pagina due, ovvero il Mondiale di ciclismo nel 2018 e il possibile ritorno della Formula 1 sul Santerno, sono meno improbabili di quanto si pensi. Un’amministrazione comunale ha il dovere di pensare in grande: solo chi non sa governare si limita al piccolo cabotaggio e alle beghe senza prospettiva (dando per scontato, però, che sappia risolvere tutti i problemi di una comunità).

La domanda vera da porci è, quindi, un’altra: i privati sono disponibili a questo doppio sforzo? E ancora: l’amministrazione riuscirà a coinvolgere davvero il mondo delle imprese che, ormai, è più tartassato che accarezzato dagli stessi governanti? Sappiamo benissimo che la Formula 1 ha un costo esorbitante e, dal momento che invece di giacimenti di petrolio nei nostri terreni ci sono al massimo i ‘buldur’ (bollitori di fanghi e gas), solo un grandissimo sforzo collettivo delle realtà più importanti – da Sacmi a Cefla – potrebbe dare il ‘la’ al sogno che romba. Per il Mondiale 2018 di ciclismo il ragionamento è più o meno lo stesso, ma in scala minore. Il Comune ha speso circa 250mila euro per questo Giro d’Italia; non potrà, dunque, aggiungere fiches tanto maggiori nei prossimi anni. Sognare, però, non costa niente. Ed è giusto pensare in grande oggi: piazza Matteotti era uno spettacolo. All’amministrazione, quindi, il compito di dimostrare che siamo solo all’inizio (e non alla fine) del nostro Giro.