Mercoledì 24 Aprile 2024

Nuove regole per l’Imu agricola, a Imola e Dozza si paga su tutti i terreni

L’analisi della Cia dopo le misure del Governo

Un agricoltore al lavoro (Foto d’archivio)

Un agricoltore al lavoro (Foto d’archivio)

Imola, 27 gennaio 2015 - Il Consiglio dei ministri straordinario ha definito le nuove misure per l’esenzione dell’Imu terreni, dopo la decisione del Tar di non prorogare il provvedimento di sospensione sul pagamento previsto per lunedì 26 gennaio. Il decreto legge approvato su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e dei Ministri dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, contiene misure urgenti in materia di esenzione Imu e va a ridefinire i parametri precedentemente fissati, ampliandone la platea. Con questa decisione, tutti i comuni montani non dovranno pagare l’Imu sui terreni agricoli.

Per tutti gli altri è stato deciso un ulteriore slittamento dei pagamenti, questa volta l’ultimo, al 10 febbraio. I nuovi criteri adottati si rifanno all’elenco dei comuni della cosiddetta ‘montagna legale’ elaborato dall’Istat, che fissa tra i suoi parametri che almeno l’80% del territorio comunale sia posto sopra i 600 metri di altitudine, e da più parti indicato come il criterio più corretto da applicare. La Cia di Imola segnala che, nel nostro Circondario, a Imola e Dozza si pagherà l’Imu su tutti i terreni, mentre a Castel San Pietro Terme saranno esentati solo i terreni collinari e parzialmente montani condotti da coltivatori diretti. Il termine di pagamento sarà il 10 febbraio 2015. Sulla questione Imu, e in particolare sul caos generato a pochi giorni dalla scadenza del pagamento, era intervenuto anche il presidente della Cia, Dino Scanavino che, in una lettera inviata al ministro Martina, aveva ribadito che «non si può fare cassa sulla pelle delle aziende agricole».

«L’Imu – aveva ribadito – è un prelievo insostenibile per i produttori, che nell’ultimo anno hanno visto i loro redditi crollare dell’11% e i prezzi sui campi diminuire del 5,5% rispetto al 2013, tra maltempo ed effetti dell’embargo russo, fitopatie in aumento e calo dei consumi. E’ chiaro quindi che le aziende agricole non possono sopportare ulteriori aggravi economici, tanto più nel caso di un provvedimento iniquo sia nei contenuti che nella modalità di attuazione e di prelievo».