«L’ordinanza anti-alcol? E’ un provvedimento inutile che ci danneggia»

I titolari dei bar protestano per il divieto prima dei match al Ruggi e allo stadio

Simone Ricci Petitoni e Riccardo Landini

Simone Ricci Petitoni e Riccardo Landini

Imola, 1 settembre 2014 -Non tutti i locali interessati sono al corrente dell’ordinanza antialcol del Comune. Tuttavia, se non la rispettano rischiano una sanzione dai 25 ai 500 euro. Il provvedimento vieta la vendita di bevande alcoliche e superalcoliche e la somministrazione di bevande in lattine o contenitori di vetro a ridosso delle partite di calcio e basket a Imola. A essere coinvolti, tutti gli esercizi commerciali che si trovano nel raggio di 400 metri dallo stadio ‘Romeo Galli’ e dal PalaRuggi. Molti dei gestori informati sembrano rassegnati. «Non sono per niente d’accordo, ma ormai è così tutti gli anni – racconta Giorgia Vignoli, titolare del bar e circolo tennis Cacciari, vicinissmo al campo sportivo —. Ovviamente c’è un forte calo delle vendite in occasione delle partite. Tra l’altro qui vicino c’è il supermercato ‘Famila’ che, non essendo coinvolto dall’ordinanza, può vendere alcolici».

Chiamato in causa, il responsabile risponde così: «È vero, qui non ci sono divieti, ma non abbiamo un picco delle vendite quando si svolgono gli incontri sportivi». L’ordinanza, valida da due ore prima delle partite a due ore dopo il fischio finale, rappresenta un disagio per il ‘Rez Cafè’ di viale Dante: «Non capisco il senso di questo provvedimento — dichiara il gestore Simone Ricci Petitoni —. A Imola non abbiamo squadre d’elite da attirare un parterre di tifoserie violente o pericolose. Certo che mi danneggia questa decisione, soprattutto perché se si presenta un cliente abituale per chiedere una birra o un aperitivo non posso accontentarlo». Un duro colpo per un locale aperto sette giorni su sette, fino a mezzanotte inoltrata.

Chi non si lamenta, invece, è Riccardo Landini titolare del bar ‘Lando’ in viale Pacinotti, ma solo perché chiuso negli orari interessati: «L’ordinanza non rappresenta un danno, infatti ho scelto di non aprire il sabato e la domenica pomeriggio. Ma se non fosse così...». E allarga le braccia. «È una decisione inutile, non ha senso – continua —. Anche se ci fossero delle tifoserie pericolose (e non ci sono), il problema si eviterebbe facendo più controlli».

Il gestore di un bar pizzeria nelle vicinanze già lo scorso anno fece recapitare una lettera di protesta in Comune: «Sto aspettando ancora una risposta — dice —. La domenica vengono molti clienti abituali per l’asporto, per cui questo provvedimento mi danneggia. Oltretutto, le partite non mi portano nessun introito». Diverso per il bar ‘Renzo’: «Nessun problema, i tifosi dell’Imolese passano da qui, prendono un caffè e vanno a vedere la partita» fa sapere il titolare Federico Boschi.