"Doveva pagare il ticket". L’Ausl le chiede di restituire due euro

L’assurda avventura dell’81enne Angiola Neri

Angiola Neri (foto Isolapress)

Angiola Neri (foto Isolapress)

Imola, 15 ottobre 2014 - Di quei pochi spiccioli – evidentemente – il Sistema sanitario regionale deve avere proprio bisogno. Altrimenti non si spiega il motivo per il quale l’Ausl imolese sia arrivata a chiedere alla signora Angiola Neri, classe 1933, la restituzione di due euro che le erano stati scontati (nel 2012) dal pagamento di un farmaco. Per ricostruire la paradossale vicenda, che la dice lunga su quanto la burocrazia non riesca a fermarsi proprio davanti a nulla, è sufficiente dare un’occhiata all’accurata lettera fatta recapitare dalla stessa azienda sanitaria (magari spendendo solo di spedizione postale più della cifra richiesta) a casa dell’81enne.

Al centro di tutto ci sono i controlli incrociati portati avanti in questi mesi dall’Ausl assieme al ministero dell’Economia e delle Finanze: in buona sostanza, la signora Neri ha usufruito dell’esenzione del ticket quando in realtà non avrebbe potuto beneficiarne. Ha presentato un’autocertificazione nella quale non veniva preso in considerazione il reddito del marito, che invece ha contribuito ad alzare l’asticella e a farle perdere il diritto acquisito. L’errore – compiuto in assoluta buonafede – è stato scoperto, e alla signora viene chiesto adesso di rimediare presentandosi nei prossimi giorni in uno degli sportelli Cup di Imola (suo comune di residenza) e Circondario.

Si dirà: è un atto dovuto. E ancora: tanti piccoli importi alla fine ne fanno uno grande. Obiezioni accolte. Non a caso, il procedimento avviato dall’Ausl è serissimo. Negli uffici dell’Azienda sanitaria, la signora Neri dovrà portare con sé il certificato di esenzione che le è stato rilasciato erroneamente e la richiesta di annullamento dello stesso. Ma soprattutto, la somma della quale ha beneficiato indebitamente in questo periodo. Sì, due euro tondi tondi frutto di uno sconto su un farmaco e che dovranno tornare al più presto nelle casse del sistema sanitario. Così sta scritto in calce alla lettera spedita all’81enne, che però l’ha presa con una discreta dose di ironia: «Certo che andrò al Cup a pagare. Però tutti questi documenti in doppia copia solo per avere indietro due euro fanno sorridere. Di storie del genere se ne sentono tante, ma certe volte la burocrazia faccio propria fatica a capirla». Si consoli, signora Angiola: almeno non le toccherà pagare pure gli interessi.