Caso photored, assolti Manca e Visani

Il gip: "Non hanno responsabilità né oggettive né soggettive"

Il sindaco Daniele Manca

Il sindaco Daniele Manca

Imola, 9 febbraio 2016 – «Non si ravvisano responsabilità né sul piano oggettivo né su quello soggettivo». E’ con queste parole che il gip Bruno Perla, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Antonello Gustapane, ha prosciolto da qualsiasi accusa il sindaco di Imola, Daniele Manca, il suo vice Roberto Visani e gli ex assessori Valter Galavotti, Raffaella Salieri, Ivan Vigna, Luciano Mazzini, Monica Campagnoli, Andrea Bondi e Daniele Montroni.

 

Gli amministratori imolesi erano finiti sotto la lente della Finanza per i photored installati all’altezza di alcuni semafori della città sul Santerno e vennero accusati di abuso d’ufficio per l’affidamento diretto alla società Area Blu dell’installazione e gestione delle apparecchiature. Stesso discorso per Simonetta D’Amore e Andrea Tommasoli, rispettivamente segretario generale e Mobility Manager del Comune.

Ma la questione non è chiusa. La Procura, infatti, aveva chiesto invece il rinvio a giudizio per Daniele Brighi, all’epoca comandante del corpo unico polizia municipale 5 Castelli, Giorgio Benvenuti, comandante della polizia municipale a Imola, Marina Morara, ispettore di vigilanza incaricata di posizione organizzativa e Giancarlo Manara, responsabile pro tempore del servizio Mobilità e trasporti del Comune.

Secondo il Pm, infatti, alla luce degli accertamenti svolti, sindaco e assessori sarebbero stati «ingannati» da Benvenuti, dirigente della municipale, sulla regolarità dello schema di delibera, con parere favorevole di regolarità tecnica, «così da essere stati indotti in errore». Ai quattro indagati, tra l’altro, vengono contestati tutti i fattori alla base dell’inchiesta. Ossia l’omologazione dei photored non rispondente alla realtà, l’assenza di due fotogrammi per infrazione e l’ingiusto vantaggio patrimoniale per Area Blu che percepiva, per la gestione delle apparecchiature, 200mila euro all’anno fissi più una percentuale variabile in funzione delle multe.

L’inchiesta risale al novembre del 2014 quando la Finanza sequestrò 31 photored tra Imola, Castel San Pietro e Dozza.

 

«Abbiamo sempre confidato nell’operato della magistratura. Sapevamo di avere agito in buona fede, nell’intento di fare di tutto per migliorare la sicurezza stradale, per prevenire e ridurre gli incidenti. Ci fa piacere che questo sia stato riconosciuto», commenta a caldo il sindaco Manca.