Giovedì 18 Aprile 2024

Inchiesta photored, in Procura anche Galavotti, Vigna e Visani

Ribadita la linea della Giunta: "Non ci competevano aspetti tecnici"

I finanzieri in borghese mentre tolgono alle colonnine fotografiche i sigilli (Foto Isolapress)

I finanzieri in borghese mentre tolgono alle colonnine fotografiche i sigilli (Foto Isolapress)

Imola, 27 gennaio 2015 - Indagine sui photored, gli interrogatori continuano. Non c’è solo il sindaco Daniele Manca nella lista dei 15 indagati che hanno accettato di sottoporsi all’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta per abuso d’ufficio e falso che vede a vario titolo coinvolti amministratori comunali (ex e non), tecnici dell’ente e due ex comandanti di polizia municipale. Ieri davanti ai finanzieri delegati dal pubblico ministero Antonello Gustapane è comparso il vicesindaco Roberto Visani, assistito dall’avvocato Guido Magnisi, mentre nei giorni scorsi hanno voluto farsi interrogare (non era obbligatorio) anche gli ex assessori Valter Galavotti (Cultura) e Ivan Vigna (Casa), accompagnati dall’avvocato Giuseppe Girani.

Nel mirino dell’inchiesta erano finiti diversi elementi, dalla durata dei tempi del ‘giallo’ ai semafori all’installazione delle apparecchiature fino alle modalità di gestione degli apparati, ossia tramite la società in house Area Blu. Fatti, quelli contestati, che risalgono al 2008 e che si sono protratti, in alcuni casi, fino al 2013. Sulla scia di quanto già illustrato ai finanzieri dal sindaco Manca nell’interrogatorio di qualche giorno fa, anche Visani (ha depositato pure una memoria) avrebbe puntato a lungo sulla distinzione tra sfera politica e quella tecnica amministrativa, ossia tra chi dà le linee di indirizzo in materia di sicurezza e chi invece materialmente mette in pratica quelle direttive.

Analoga la spiegazione data anche da Galavotti e Vigna alla finanza, con alcune aggiunte tecniche. In particolare i due, oltre a non avere come membri di giunta competenze sulla gestione operativa e sulla disciplina delle apparecchiature installate, le deleghe a loro attribuite (Cultura e Casa) avrebbero messo loro nelle condizioni di non interagire nemmeno con gli uffici competenti, venendo così a mancare quel disegno criminale alla base dell’abuso d’ufficio. Inoltre nell’inchiesta erano finiti anche due interventi in onsiglio comunale di Giuseppe Palazzolo e Pino Landi che contestavano l’affidamento ad Area Blu e una mozione di Guido Boschi che chiedeva di portare a 5 secondi i tempi del ‘giallo’.

Documenti contro i quali votò la maggioranza. Su questi punti, Galavotti e Vigna avrebbero ribattuto sostenendo che non è nelle attribuzioni del consiglio comunale intervenire su fattori gestionali, ma solo in ambito di indirizzo politico. «Dagli atti non emerge responsabilità dei miei assistiti – commenta Girani –. Non esiste alcun accordo criminale e andrò a chiedere l’archiviazione». Archiviazione sollecitata anche da Magnisi per Manca prima e per Visani poi.