L’Accademia Pianistica premia Piero Angela

Il diploma honoris causa al giornalista che ha incantato il teatro Ebe Stignani con una performance jazz al pianoforte

Il maestro Franco Scala consegna il diploma a Piero Angela (Foto Isolapress)

imola PIERO ANGELA TEATRO COMUNALE

Imola, 6 febbraio 2016 - Ci sono tanti modi per fare musica. Suonare uno o più strumenti oppure usare semplicemente la voce. E, attraverso il solo ausilio delle corde vocali, esprimere vari generi. Ieri sera, sul palco del teatro Ebe Stignani, c’era tutto questo. Il pianoforte, incontrastato ‘re’ degli strumenti musicali, suonato con grande rispetto da chi di mestiere non fa il musicista ma il giornalista, Piero Angela. L’Orchestra da camera dell’Accademia di Imola, tra i più recenti progetti artistici dell’Accademia pianistica internazionale ‘Incontri col Maestro’. Gli Swingles, protagonisti da 50 anni della scena musicale mondiale. Sette voci legate inizialmente all’interpretazione di compositori classici in chiave jazz, poi la loro tecnica e fusione impeccabili ha permesso al gruppo di spaziare da Bach, ai Beatles, passando per Mozart. Fatto sta che la loro versione dell’Aria di Bach è da oltre 30 anni la sigla del programma televisivo Superquark condotto da Angela. Il quale da molto tempo collabora con gli Swingles quando va a caccia di un brano da inserire in un qualche documentario. E visto che l’occasione dell’altra sera era di quelle importanti, cioè ricevere il diploma honoris causa da parte dell’Accademia, Piero Angela se li è portati dietro.

Il pubblico, ammaliato, ha decisamente apprezzato: applausi lunghissimi e richieste di bis con tanto di ‘bravi’ urlati dai palchi. La serata è cominciata con i saluti istituzionali da parte del sindaco Daniele Manca: «L’Accademia è un progetto da lasciare in eredità ai nostri figli, si tratta di uno dei più grandi investimenti che potessimo fare». Il presidente Fabio Roversi Monaco, rivolgendosi a Piero Angela, gli ha riconosciuto «la semplicità come chiave del suo successo, un dono che gli ha permesso di entrare nelle case di tutti gli italiani raccontando in modo semplice cose difficili». Il giornalista e divulgatore scientifico, dopo aver ricevuto la pergamena e una ceramica con la pianta di Imola disegnata da Leonardo Da Vinci, ha spiegato l’amore per il pianoforte, iniziato «in modo curioso». «Il mio compagno di classe Lodovico era destinato a diventare un concertista. Così anche la mia famiglia comprò il piano, e una maestra iniziò a venire a casa per le lezioni. Ma tra un solfeggio e l’altro, io e mia sorella ci nascondevamo in bagno. L’insegnamento non stimola la voglia di imparare». Il piano a casa Angela restò impolverato per anni. Fino al riaffiorato desiderio di suonare. Perché «il jazz è un virus che rimane per sempre».