Pietro Pelliconi alle Olimpiadi della Fisica: "Il mio sogno? Il Cern di Ginevra"

Il diciannovenne parteciperà all’evento internazionale di Mumbai

Pietro Pelliconi,19 anni, quinta A al liceo scientifico di Imola

Pietro Pelliconi,19 anni, quinta A al liceo scientifico di Imola

Imola (Bologna), 15 giugno 2015 - Essere selezionato per partecipare alle Olimpiadi internazionali di fisica? Non capita spesso, ma lui – Pietro Pelliconi, imolese, classe 1996 –, un po’ ci sperava. «Soprattutto quando ho saputo che sarei andato a Trieste per la gara nazionale – confessa –, ho cominciato a pensare che magari una medaglia potrei portarla a casa dall’India».

Già, perché dal 5 al 12 luglio, a Mumbai si svolgono le Olimpiadi di fisica: 400 studenti provenienti da 80 paesi si sfideranno a suon di formule e problemi da risolvere. Così per il 19enne, quinta A al liceo scientifico di Imola, terminato l’esame di maturità, sarà subito la volta di un’altra, grande, prova.

Come sei arrivato fin qui?

«Il percorso è stato piuttosto complesso. A dicembre ho superato la gara dell’istituto e in seguito le selezioni provinciali. Passate quelle, ad aprile, sono andato a Senigallia per le Olimpiadi nazionali. Eravamo in cento, in arrivo da 50 province italiane, ad affrontare due giornate di test, sperimentali e teorici. Alla fine, mi sono classificato tra i primi dieci».

Ma il biglietto per l’India l’hai staccato a Trieste.

«Sì, siamo stati lì una settimana per la preparazione alle Olimpiadi internazionali. Otto ore di lezione al giorno e al termine una gara di simulazione: i migliori cinque sarebbero andati a Mumbai».

Come ci si sente in questa veste?

«Direi che sono abbastanza tranquillo. All’inizio non pensavo di spingermi così avanti, ma quando ho saputo che sarei stato a Trieste ho iniziato a crederci di più».

Cosa c’è in palio?

«Prima di tutto una medaglia come riconoscimento. Poi un premio in denaro da parte del ministero italiano».

Che, in caso di vittoria, come userai?

«Il mio sogno è frequentare la Normale di Pisa, l’eccellenza in questo campo, ma vengono selezionati solo 30 studenti all’anno. Nel caso non dovessi passare andrei all’università di Bologna».

Aspettative?

«Credo che sarà una bellissima esperienza e spero di fare la mia gara. Non sono emozionato, anche perché sono consapevole delle mie capacità».

Cosa vorresti fare da grande?

«Ricerca. Ma prima di tutto terminare l’università e seguire un dottorato. Successivamente, andare all’estero. La massima aspirazione sarebbe il Cern di Ginevra».

Ma come è nata la tua passione per questa materia?

«Fin da piccolo giocavo con i lego, inoltre mio padre è ingegnere: quando giravo in auto con lui, mi spiegava il funzionamento delle cose che vedevo».