Imola, la petizione: "Chiudere la discarica Tre Monti"

Una trentina i sostenitori dell’istanza promossa da Buganè (Geolab)

La discarica Tre Monti

La discarica Tre Monti

Imola, 10 dicembre 2017 - Sono già una trentina i sostenitori della petizione, depositata al Parlamento europeo che nel frattempo l’ha giudicata «ammissibile», attraverso la quale un gruppo di imolesi chiede a Bruxelles di fare quanto di sua competenza per arrivare alla definitiva chiusura della discarica dei Tre Monti, anziché al suo contestato ampliamento. A promuovere l’istanza è Giacomo Buganè, presidente dell’associazione ambientalista locale Geolab, che afferma: «Personalmente ritengo utile perseguire tutte le modalità a noi concesse per richiedere una gestione sostenibile, per il nostro ambiente, dei rifiuti che provengono da fuori Regione».

In questa fase, è possibile sostenere la petizione online registrandosi sul sito del Parlamento europeo e sottoscrivendo il documento: poche righe nelle quali si ricorda il progetto di ampliamento dell’impianto e si chiede appunto alle istituzioni di prendere provvedimenti che vadano nella direzione opposta a quella indicata da Con.Ami, Comune e Hera.

«La procedura dinanzi al Parlamento europeo – si legge sul portale riservato alle istanze rivolte a Bruxelles – è finalizzata a garantire la possibilità di esercitare il proprio diritto di petizione, che costituisce uno dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e residenti europei, come stabilito sia dal trattato sia dalla Carta dei diritti fondamentali (cfr. il trattato di Lisbona)».

Grazie alle petizioni ricevute, il Parlamento, tramite la sua commissione dedicata, è infatti in grado di esercitare un controllo concreto e costante del modo in cui è attuata la legislazione europea e di valutare la misura in cui le istituzioni del Vecchio Continente rispondono alle preoccupazioni sollevate dai cittadini. In particolare, l’obiettivo della commissione per le petizioni è di rispondere a tutte le istanze indicando, se possibile, una riparazione extragiudiziale alle «legittime preoccupazioni» (così le definisce Bruxelles) sollevate dai firmatari su questioni relative agli ambiti di attività dell’Ue.

«La procedura di petizione è intrinsecamente aperta e trasparente – si legge ancora sul portale creato ad hoc dal Parlamento europeo –. Molte petizioni sono discusse durante le riunioni di commissione, alle quali i firmatari partecipano attivamente. Tuttavia, alla luce dell’eterogeneità e dell’ingente numero delle petizioni ricevute, non tutte vengono discusse in commissione: i membri possono scegliere di adottare le proprie decisioni sulle stesse ricorrendo a un normale sistema di esame politico». In ogni caso i firmatari sono informati in tutte le fasi della procedura di petizione e ricevono una lettera dal presidente circa l’esito della loro istanza.