Imola, 3 febbraio 2018 - "Se da queste parti si continueranno a eleggere parlamentari di sinistra come se fosse un automatismo, o un diritto acquisito di nascita o carriera di chi è sempre vissuto nel partitone e relative correnti, cosa ci si aspetta che possa cambiare in meglio?". Nella corsa a Montecitorio, la dozzese Simonetta Mingazzini, in passato già aspirante sindaco nel paese dei muri dipinti, sa di partire dalle retrovie. E cerca di usare questa circostanza a proprio vantaggio.
E’ candidata alla Camera nel collegio uninominale di Imola-San Lazzaro, indicata da Forza Italia ma come espressione dell’intera coalizione di centrodestra (compresi cioè Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia), e oltre che con Serse Soverini (Pd-Insieme) e Paola Lanzon (Liberi e Uguali), dovrà vedersela anche con Claudio Frati (M5s). "Cosa ci si può aspettare da un movimento poco chiaro – dice proprio a proposito dei pentastellati –, agguerrito e pronto a disfare e contestare tutto e tutti, e da candidati online pilotati dalla ‘rete’, espulsi e disconosciuti ogni due per tre, che possono vantare in concreto solo la sciagurata esperienza romana per cui ancora una volta ci siamo resi ridicoli agli occhi del mondo?".
CENTRODSTRA / Tutti i candidati
Imolese di nascita, 49 anni, mamma di due figli e sposata, Mingazzini è laureata in Giurisprudenza e attualmente svolge le funzioni di direttore amministrativo della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bologna. "Vorrei lasciare un’impronta e risultati positivi, così come è stato sul territorio e nelle istituzioni alle quali mi sono applicata con grande passione ed entusiasmo".
Dal 2014 presiede e dirige (senza compenso) la Fondazione Dozza Città d’Arte che gestisce il museo della Rocca, gli eventi e le attività culturali del Comune, a partire dalla Biennale del Muro Dipinto. Ecco perché la sua corsa al Parlamento è accompagnata dalle critiche del centrosinistra. "Verrebbe da chiedere al sindaco come intende gestire tale candidatura – è l’affondo di Claudia Ceroni, capogruppo Dozza Orizzonte Comune – viste la natura della Fondazione, ente apolitico e apartitico, e soprattutto le innumerevoli dichiarazioni e prese di posizione dell’amministrazione sul tema dell’autonomia delle associazioni dalla politica".