Imola, i manifesti elettorali non van più di moda

I social hanno mandato in soffitta la campagna tradizionale

Imola, cartelloni elettorali vuoti vicino alla Rocca (Foto Isolapress)

Imola, cartelloni elettorali vuoti vicino alla Rocca (Foto Isolapress)

Imola, 21 febbraio 2018 - Gli spazi per le affissioni sono lì, i soliti. Ormai da settimane a disposizione di partiti e aspiranti parlamentari. Ma i faccioni, quelli no: a una manciata di giorni dal voto, non si vedono. Imola non sfugge alla regola che vuole i manifesti elettorali praticamente assenti – salvo rarissime eccezioni – da questa campagna per le politiche 2018.

Sulla loro scomparsa, a livello nazionale, si è detto molto: le casse dei partiti vuote, il sopravvento dei social e persino la burocrazia che avrebbe portato ad assegnare in ritardo i tabelloni. E poi una legge elettorale cervellotica: niente preferenze per i collegi plurinominali, mentre per quelli uninominali sono gli stessi partiti a dire agli elettori di barrare il simbolo (collegato listino) piuttosto che il candidato, al quale comunque si estende il voto. Al di là delle motivazioni che hanno portato alla scomparsa dei manifesti, il risultato in riva al Santerno è evidente. Altro che notti trascorse ad attaccare cartelloni e a cercare di coprire quelli degli avversari: nonostante la pletora di candidature (a dire la verità quasi tutte ‘di servizio’), negli spazi riservati alla «propaganda elettorale» stravincono i vuoti. Basta fare un giro alla Rocca per toccare con un mano uno scenario che, soltanto fino alla scorsa tornata elettorale per le politiche (quella del 2013), sembrava impensabile: solo grigio e ruggine.

Detto che comunque diversi aspiranti deputati e senatori qualche manifesto lo hanno stampato (ma dura il tempo di una conferenza stampa, poi viene riarrotolato così torna buono per la volta dopo), dove si è spostata, dunque, la battaglia per i seggi imolesi? Di certo non in tv, dove fin qui si è visto solo l’ex sindaco Daniele Manca, uno che tra l’altro al manifesto alla Rocca non ha rinunciato. Piuttosto resistono i banchetti (quelli sotto l’Orologio restano un appuntamento imprescindibile da destra a sinistra, specie nel fine settimana) e le varie iniziative pubbliche, più o meno riuscite, magari in compagnia dei big (anche se i leader non si sono visti) del partito di riferimento.

Discorso a parte, visto che qui entriamo a pieno titolo in una delle cause della scomparsa dei manifesti, va fatto per l’affermazione dei social. Gli imolesi più seguiti online sono anche quelli che, al momento, hanno le chance maggiori di finire a Roma: il già citato Manca e il leghista Gianni Tonelli. Ma praticamente tutti i politici locali li usano (vince di gran lunga Facebook), anche se spesso attraverso conduzioni familiari e dunque con risultati così così. Tra poco più di tre mesi, però, si vota per le comunali. Ed è probabile che, a quel punto, i faccioni degli aspiranti sindaci usciranno dagli schermi di pc e smartphone per tornare a tappezzare i tabelloni in giro per la città.